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la polemica
Fondi Fsc, la Regione taglia 800 mln per gli ospedali di Gela e Siracusa (sponsorizzati da Musumeci): serviranno per i termovalorizzatori
L'ira del sindaco Lucio Greco: «Uno scippo alla città»
Nuovo ospedale dell’area sud di Gela come la tela di Penelope: cuci e scuci. Il governo Musumeci lo gradisce, il governo Schifani lo cancella. Non c’è più traccia dei 130 milioni per quell’opera nella nuova tabella del riparto delle somme del Fondo di sviluppo e coesione.Tuona il sindaco di Gela Lucio Greco: «Trovo inaccettabile e preoccupante – dichiara – che, tra i fondi sviluppo e coesione, siano stati tagliati quelli destinati alla costruzione del nuovo ospedale di Gela. La ritengo, questa, una decisione sbagliata e contraria agli interessi di una città che, per quello che ha dato e per i cari prezzi pagati in termini di salute e ambiente, meriterebbe maggiore attenzione. Tutto questo dimostra che la nostra rappresentanza regionale ha scarso peso, perché diversamente si sarebbe opposta, anche con determinazione, a quello che è un vero e proprio scippo ai danni della città. Per quanto mi riguarda farò sentire la mia voce in tutte le sedi e sono disposto a intraprendere tutte le iniziative per difendere i diritti dei miei cittadini».
La polemica
Ma il deputato forzista Michele Mancuso ribatte: «Il sindaco trovi altri argomenti per la campagna elettorale. Nella scheda approvata dalla Giunta sono indicate le macroaree di intervento. Non ci sono e non dovevano esserci le singole opere da finanziare. L’ospedale di Gela si farà»La storia del progetto del nuovo ospedale dell’area sud di Gela inizia con la scelta dell’area in località Ponte Olivo su un terreno che nel giugno del 2022 il presidente della Regione in carica Musumeci chiese ad Enimed di concedere al territorio per soddisfare le necessità di servizi sanitari più moderni e tecnologici. Ad agosto dello stesso anno, un mese prima le elezioni Regionali, la Giunta Musumeci espresse parere positivo alla destinazione delle coperture del Fondo di sviluppo e coesione e la somma di 130 milioni di euro veniva destinata proprio al progetto del nuovo ospedale. Un anno e mezzo di silenzio (proclami politici a parte in incontri e convegni vari) e poi l’opera torna ad occupare le cronache. Ma scoppia il giallo.
Il giallo
Il 27 gennaio scorso l’ing. Alessandro Caltagirone commissario dell’Asp 2 di Caltanissetta in carica per ancora pochi giorni, prima delle nuove nomine del governo Schifani, lancia la notizia sul passo avanti del progetto sanitario. Viene pubblicato un atto deliberativo in cui si evidenzia che un pool di società (sono le romane Poliedra Ingegneria Clinica srl e Sofein spa, le emiliane Coopservice Soc. coop. e Servizi Italia Spa e la milanese EnnePro Stp) ha espresso formalmente l’interesse ad un partenariato pubblico-privato per la realizzazione dell’opera. L’Asp ne prende atto e precisa che sarà necessario il parere del Dipartimento di Pianificazione Strategica dell’Assessorato della Salute. Ma qualche ora prima di andare via verso Siracusa lo stesso commissario Caltagirone ha revocato quella delibera facendo richiamo a «disposizioni assessoriali».
La puzza di bruciato
Cuci e scuci e sentire puzza di bruciato è stato fin troppo facile. Giallo risolto ieri: nella nuova tabella di riparto dei fondi Fsc, nel capitolo sanità sono venuti meno almeno 800 milioni di euro trasferiti sui progetti per due termovalorizzatori. Di conseguenza, verrebbero tagliati pure i 130 milioni a copertura del nuovo ospedale di Ponte Olivo, poi per l’Ismet 2 di Carini e il completamento dell’ospedale di Siracusa. Sono i tre progetti su cui aveva espresso il gradimento il precedente governo.