Cronaca
Folla in quest’ultimo weekend di libertà: sembra una sfida al virus
CATANIA – Ultimo weekend di libertà prima dell’entrata in vigore del decreto che da lunedì cancella fino al 6 aprile il giallo dalla mappa dell’Italia, che – a parte la Sardegna, isola felice in bianco – è bicolore: rosso o arancione, come la Sicilia sebbene nell’Isola la curva dei contagi Covid nell’isola continui a mantenersi stabile.
«Provoca tanta amarezza questa decisione adottata con un decreto legge, a cui non possiamo assolutamente opporci, nonostante i dati della Sicilia siano confortanti – ha puntualizzato il governatore Musumeci -: abbiamo infatti parametri in linea con una condizione di non emergenza, ci sono meno ricoveri in terapia intensiva, anche se negli ultimi giorni sono aumentati i contagi».
E così, in attesa della serrata di lunedì, in tanti si sono riversati fuori. Ieri la via Etnea a Catania era un fiume di persone, difficile trovare un tavolino nei locali della movida fino alle 18, poi dopo la chiusura del servizio ai tavoli comunque tanta folla nelle strade e nelle piazze più frequentate dai giovani.
«C’è un aspetto della normativa che disciplina la chiusura alle 18 delle attività di somministrazione di cibo e bevande – poi è consentito soltanto l’asporto – che a molti, esercenti e fruitori, non è chiaro: dopo l’acquisto bisogna andar via, non si può sostare davanti all’attività o nei pressi per evitare di creare assembramenti, vietati a causa della pandemia in corso».La puntualizzazione arriva dal comandante del Nucleo radiomobile del comando provinciale dei carabinieri, ten. col. Fabrizio Massimi, che, durante i controlli di venerdì e sabato sera mirati al rispetto delle misure antiCovid-19, s’è imbattuto in diversi assembramenti di giovani. I quali, birra alla mano, sostavano in piazza Currò, in piazza Federico di Svevia, nelle stradine del centro storico dove si trovano i locali di quel che resta, al momento, della movida, e in via Del Rotolo, davanti ai camion dei panini.
«Può capitare che dopo la terza birra i ragazzi perdano ogni freno inibitore e, con le mascherine abbassate perché devono bere, formino dei gruppi in cui non c’è alcun distanziamento fisico, col rischio di contagi se tra di loro c’è qualcuno asintomatico – dice Massimi -. Per questo abbiamo identificato 25 persone e contestato a 7 ragazzi di età compresa tra 17 e 25 anni il mancato utilizzo della mascherina, irrogando la sanzione amministrativa».
Il particolare che emerge da questi assembramenti è la giovane età dei partecipanti. «Sono quelli più indisciplinati, meno inclini a rispettare le regole – aggiunge il ten. col. Massimi -. Per questo noi cerchiamo di agire con il buonsenso, facendo opera di persuasione, e non solo tra i fruitori del centro storico, ma anche tra i titolari dei locali, ai quali chiediamo di dire ai loro clienti di allontanarsi dopo aver acquistato da bere o da mangiare».
In piazza Currò, in particolare, erano presenti circa 500 giovani venerdì e ancor di più ieri, per l’ultimo sabato sera in zona gialla che ha visto tanti ragazzi assembrarsi senza rispetto delle distanze, spesso addossati l’uno sull’altro quasi a voler sfidare il virus. Mentre davanti al Castello Ursino un gruppetto di ragazzi, alcuni stranieri, erano beatamente distesi sull’erba, uno accanto all’altro, per un picnic serale. Alcuni di loro, avvicinati dai carabinieri, hanno ammesso di non avere idea che quel che stavano facendo fosse assolutamente vietato dalle misure antiCovid.
«Ecco perché il nostro servizio – ha concluso il comandante – è stato improntato a un’opera di persuasione nei confronti di utenti ed esercenti, i cui sacrifici devono essere finalizzati alla soluzione del problema e non soltanto ad evitare le sanzioni».Da domani scatta la zona arancione e i controlli delle forze dell’ordine si faranno più serrati e più severi.
In questa domenica mattina, ultmo scampolo di zona gialla, invece sempre tante in giro per Catania, in centro storico, ma soprattutto sul Lungomare di Catania e in quello dei Ciclopi.
Ricordiamo che da lunedì al 2 aprile e nella giornata del 6 aprile, prevede il decreto Draghi, nelle regioni arancioni è consentito all’interno di un comune lo spostamento verso una sola abitazione privata, una volta al giorno, tra le 5 e le 22, nei limiti di due persone, oltre ai minori di 14 anni. Spostamento non consentito nelle regioni rosse. Il 3, 4 (domenica di Pasqua) e 5 aprile sull’intero territorio nazionale (ad eccezione delle regioni bianche) si applicano le restrizioni previste per le zone rosse, ma è comunque permesso il singolo spostamento di due persone verso un’abitazione privata.
Per le seconde case, senza diverse indicazioni, vale quanto precisato dalle “faq” pubblicate sul sito del Governo e risalenti al precedente esecutivo: è possibile raggiungerle, anche in un’altra regione (e anche da o verso le zone arancione o rossa), ma «la casa di destinazione non deve essere abitata da persone non appartenenti al nucleo familiare convivente con l’avente titolo, e vi si può recare unicamente tale nucleo».
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