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Il caso

Focolaio di “Blue tongue” a Paternò: già abbattute 150 pecore

Lanciato l'allarme sulla malattia della "lingua blu" che dilaga tra gli allevamenti

Di Mary Sottile |

Dopo la siccità, arriva una nuova emergenza da dover fronteggiare per gli allevatori del Catanese. Si chiama “Blue tongue” o lingua blu. È un’infezione virale pericolosa che colpisce gli animali, uccidendoli. Il nome deriva da uno dei sintomi più evidenti della malattia, la lingua dell’animale si gonfia e diventa cianotica. Ad essere colpiti principalmente sono ovini e caprini, la trasmissione avviene non da animale ad animale, ma attraverso un insetto vettore, solitamente una zanzara e non è una malattia trasmissibile all’uomo.Nel Catanese, dopo Vizzini e Palagonia, un focolaio è stato appena individuato a Paternò. Colpito un allevamento nella zona di contrada Valanghe, con 150 pecore uccise, all’interno di un gregge dell’allevatore Salvatore Atanasio, che conta 500 animali.

«Un disastro senza precedenti»

«È un disastro senza precedenti – evidenzia il presidente di Confagricoltura Catania, Giosuè Arcoria -. Sono stato nell’azienda dell’allevatore colpito, si tratta di un nostro associato, mai mi sarei aspettato un danno di tale portata. Si tratta di 150 pecore morte su un gregge di 500 animali, tutti selezionati di buona qualità. La situazione è gravissima, per gli allevatori è il dramma. Oltre a dover far fronte, da un anno e mezzo, ad una siccità senza precedenti, e quindi alla mancanza di foraggio e mangimi, ora muoiono anche gli animali. Non c’è tempo da perdere, la situazione è devastante e rischia di espandersi a macchia d’olio. Chiediamo – continua Arcoria – urgentemente la convocazione di un tavolo regionale specifico per definire una strategia di contenimento della malattia, perché dobbiamo capire come muoversi. Purtroppo non ci sono metodi per combattere la malattia, ma possono essere messe in atto solo azioni di prevenzione.»

La campagna di vaccinazione

Prevenzione, dunque, con una campagna vaccinale, necessaria a contenere la malattia. Questo permette di immunizzare gli animali, ma le spese sono a carico degli stessi allevatori.«La febbre catarrale degli ovini – evidenzia Francesco Lamancusa, direttore dell’Unità operativa complessa sanità animale, dell’Asp di Catania – conosciuta come “lingua blu”, colpisce essenzialmente tutti i ruminanti, domestici e selvatici. In particolare, quelli che sviluppano una sintomatologia clinica, sono gli ovini. È una malattia diffusa in provincia di Catania in diversi Distretti, quali quello di Paternò, Adrano e Bronte. Diversi gli allevamenti colpiti, dove sono presenti, complessivamente 8.500 animali, di questi ne sono stati colpiti 500, la metà sono morti. Per contrastare la malattia, bisogna fare prevenzione affinché gli animali non sia punti dalle zanzare, inoltre bisogna agire con una profilassi vaccinale, con i vaccini disponibili in commercio».Intanto tra gli allevatori si diffonde la paura che la zanzara possa colpire anche altri allevamenti. Per tutti loro un anno drammatico, da dimenticare. Ora chiedono aiuto per salvarli da una crisi senza precedenti che sta pian piano uccidendo il settore.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA