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Fiumi di denaro per aggiustare le sentenze: Bigotti e la mazzetta da 20mila euro al pm di Siracusa

Di Redazione |

MESSINA – Grazie all’intervento dell’ex pm di Siracusa Giancarlo Longo, già arrestato per corruzione, l’imprenditore piemontese Ezio Bigotti avrebbe ottenuto l’archiviazione di un’indagine per reati tributari aperta a suo carico. L’inchiesta, inizialmente nata a Torino, venne prima spostata a Roma e poi a Siracusa. E’ quanto emerge dalle indagini della Finanza di Messina che oggi ha arrestato per corruzione in atti giudiziari Ezio Bigotti, noto imprenditore piemontese, presidente del gruppo STI aggiudicatario di numerose e importanti commesse della Centrale acquisti del Tesoro.

A raccontare la vicenda ai pm messinesi titolari del procedimento sono stati gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore che, dopo essere stati arrestati nell’ambito di una indagine che ha svelato un comitato di affari che pilotava le indagini alla procura di Siracusa con la complicità di Longo, stanno collaborando con gli inquirenti. I due legali hanno, con le loro rivelazioni, consentito di svelare una serie di corruzioni giudiziarie al Consiglio di Stato e al Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia.

L’avvocato Amara avrebbe comunicato a Longo che il fascicolo stava arrivando al suo ufficio. I due avrebbero concordato la nomina di consulenti ad hoc che avrebbero «aiutato», con perizie di favore, il magistrato ad archiviare l’indagine.

Bigotti, ex titolare del gruppo STI e legale rappresentante della Exitone, era stato presentato da Amara a Calafiore come uno dei suoi migliori clienti. Secondo un metodo consolidato i legali si erano messi a disposizione dell’imprenditore per «sistemare» le inchieste a suo carico.

Calafiore ha raccontato ai pm che per la vicenda Bigotti aveva ricevuto da Amara 20mila euro da dare al pm Longo in quattro mazzette da 5mila euro con banconote da cinquanta euro. L’ex magistrato, che nel frattempo ha patteggiato una condanna a 5 anni per corruzione, avrebbe ritirato il denaro, messo in una busta, nel suo bagno privato in Procura.

Nel provvedimento odierno, in sintesi, evidenziano le Fiamme gialle, «sono state ricostruite plurime modalità illecite poste in essere» dahli avvocati  Amara e Calafiore  con l’ausilio del ex sostituto procuratore della Repubblica di Siracusa, Giancarlo Longo e di alcuni consulenti della Procura nominati da quest’ultimo, «per favorire Bigotti nell’ambito degli accertamenti condotti a carico di imprese a lui riconducibili presso le Procure di Torino, Roma e Siracusa nonchè in sede tributaria (all’esito della richiesta di voluntary disclosure avanzata da una società del gruppo Bigotti anche in relazione ad accertamenti all’epoca dei fatti in corso da parte dell’Agenzia delle Entrate)».

L’indagine, che questa mattina ha portato agli arresti domiciliari anche Massimo Gaboardi, ex tecnico petrolifero Eni, ha fatto piena luce anche «su una complessa operazione giudiziaria ordita da Amara realizzatasi grazie all’asservimento del pm Longo, al fine di ostacolare l’attività di indagine svolta dalla Procura di Milano nei confronti dei vertici dell’Eni». 

Le Fiamme Gialle hanno eseguito perquisizioni nei confronti degli indagati nelle Province di Roma, Milano e Torino.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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