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Firetto pensa a un piano regolatore

Firetto pensa a un piano regolatore del verde pubblico

Di Gioacchino Schicchi |

Un piano regolatore dentro il piano regolatore per individuare con esattezza la destinazione delle aree verdi cittadine. Si chiama “Parco Territoriale” ed è, al momento, un obiettivo a medio-lungo termine dell’amministrazione comunale. E’ uno di quei progetti che, come dice il sindaco Lillo Firetto, sono attualmente sulla “rampa di lancio” ma che, verosimilmente, sono più semi piantati per la prossima amministrazione che altro. Del resto il “Parco territoriale” è a sua volta un’“eredità” del passato, dato che è proprio il Prg a prevederlo in quella che è indicata come sottozona “G2” ed è individuata in planimetria con un giallino pallido che, però, come è evidente “ingloba” gran parte del centro città. Dentro la “G2” ricadono, per intenderci, tutti boschi che si arrampicano sulle colline di Agrigento, da via Ragazzi del 99 alla zona dell’Addolorata.

“Agrigento – spiega l’assessore Domenico Fontana – possiede una quantità straordinaria di verde urbano, che però nessuno riconosce come attrezzatura a servizio dei cittadini. Il parco dell’Addolorata, l’area boschiva sotto Rupe Atenea, il bosco tra via Imera-Quadrivio Spinasanta sono delle realtà meravigliose che però, al momento, rappresentano una ‘res nullius’, una cosa di nessuno. Mentre nelle città intensamente edificate il cittadino fa la battaglia per trasformare quanto rimane del non urbanizzato in aree verdi e parchi, Agrigento è in possesso di un patrimonio immenso, ma mai utilizzato. Il Prg – continua Fontana – prevede l’esistenza di questa grande infrastruttura che il Parco territoriale e stiamo lavorando per renderlo finalmente operativo. In tal senso ho incontrato nei giorni scorsi la commissione urbanistica per condividere le scelte che poi andrà a fare la Giunta ma che poi dovrà votare il Consiglio comunale. Un nuovo incontro – continua Fontana – si terrà nei prossimi giorni in modo più tecnico”.

Nel concreto si andrà ad individuare, sulle piantine, come utilizzare le aree verdi, destinandole ad esempio alla fruizione sportiva o sociale. Il tutto, ovviamente, passando da una convenzione con gli enti proprietari, come il demanio regionale o, il Parco archeologico.

“Sì – continua Fontana – perché ci sono anche aree a verde che ricadono all’interno del Parco. Ad esempio, in pochi forse sanno che dal parco dell’Addolorata, seguendo il fiume, si raggiunge l’area archeologica attraverso un percorso di grande bellezza che oggi è solo luogo di degrado”.

 
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