La risposta
Figlia morì in incidente stradale, donna di Rosolini riceve telefonata del ministro Cartabia
Vincenza Barone si era rivolta, nel marzo scorso, al ministro della giustizia per denunciare le lungaggini del processo che vede imputato un uomo accusato di aver causato l’incidente in cuì morì la figlia 17enne Aurora nel gennaio 2019
Il ministro della giustizia Marta Cartabia ha telefonato ad una donna di Rosolini, nel Siracusano, che nel 2019 ha perso la figlia in un incidente stradale. Vincenza Barone, il 25 marzo scorso, aveva scritto al ministro della giustizia per denunciare le lungaggini del processo che vede imputato un uomo accusato di aver causato l’incidente stradale nel quale perse la vita la figlia 17enne Aurora nel gennaio 2019. «Spero che lei mi possa capire come madre» aveva scritto. E oggi il ministro Cartabia ha chiamato Vincenza e le ha espresso la sua vicinanza come ministro e come madre. «Prima mi ha chiamata un collaboratore del ministro – ha detto l’avvocato Aurora Cataudella, che assiste Vincenza Barone -. E poi il ministro che ha voluto parlare con la mamma di Aurora. Le ha espresso solidarietà come istituzione e vicinanza come donna e madre. E’ stata una conversazione privata nella quale il ministro ha sottolineato di voler intervenire sulle lungaggini processuali. Ma non è mai intervenuta nel merito della vicenda».
Aurora perse la vita in un incidente sulla provinciale Rosolini-Ispica: Angelo Runza a bordo della sua Fiat Punto si scontrò con la Toyota Yaris a bordo della quale si trovavano Cristian Minardo, la fidanzata, Aurora Sorrentino e la zia della ragazza. Dagli accertamenti emerse che Runza aveva assunto sostanza alcoliche. Il gup lo ha condannato a 7 anni e 8 mesi di reclusione per delitto plurimo aggravato. Condannata confermata in appello nel marzo 2021. Si attendeva l’udienza in Cassazione che però tardava ad essere fissata. Anche se tre giorni dopo l'invio della lettera al ministro è arrivata la comunicazione della fissazione dell’udienza da parte della Cassazione per il 16 giugno. «Non posso certo restituirle sua figlia – avrebbe detto il ministro – ma posso intervenire perchè queste lungaggini non accadano più». Senza entrare nel merito il ministro si è detta dispiaciuta per quanto successo. «Vincenza Barone era commossa per le parole e per questa conversazione così intima e sincera» ha concluso l’avvocato Cataudella. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA