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“Figli di” e tanti volti noti nei concorsi-lampo della Sanità siciliana

Denunce (e indagini) fra Catania e Ragusa sui bandi per amministrativi a tempo determinato. Gdf all’Asp etnea. Esposto Codacons sul legame fra ospedale Garibaldi e Asp iblea. La maxi-graduatoria “condivisa” di Palermo

Di Mario Barresi |

Essere “figli di…” – e nei puntini di sospensione c’è di tutto: dai politici locali ai burocrati, oltre a docenti universitari e magistrati, ma soprattutto tanti big della sanità – non significa certo avere cucito addosso uno stigma per cui non si possa partecipare a un concorso. Anzi, spesso il curriculum di chi ha un parente che conta è davvero competitivo nella lotteria di chi aspira a un posto. Ma nella storia che vi raccontiamo – o meglio nelle storie, in parte collegate, se non da un sistema, quanto meno da un analogo modus operandi – c’è qualcosa che non torna. Le risposte, probabilmente, arriveranno dalle inchieste giudiziarie: almeno tre i fascicoli aperti fra Catania e Ragusa. Atti dovuti, dopo alcuni esposti su anomalie in procedure che, formalmente, appaiono corrette.

I concorsi Asp «urgenti» Il senso di queste questioni si capisce meglio entrando nel dettaglio. A partire dall’ultimo – in ordine di tempo – concorso su cui la Procura di Catania vuole vederci chiaro. Tant’è che la guardia di finanza ha già acquisito alcuni atti anche negli uffici dell’Asp. In realtà sono due procedure distinte, seppur parallele: incarichi a tempo determinato per collaboratore amministrativo professionale (categoria D) e per assistente amministrativo (categoria C). L’avviso di selezione pubblica segue il medesimo iter. Che parte da un’analoga premessa: l’«urgenza» di assegnare quei posti. Per 40 collaboratori amministrativi c’è già un bando aperto con oltre 3.000 domande, ma «i tempi tecnici occorrenti per l’espletamento» non consentono, secondo quanto si legge nell’avviso Asp, «di avere in tempi brevi la disponibilità» di personale per «poter sopperire» alle «gravi carenze». Anche per gli assistenti è «in fase di espletamento» un concorso riservato alle «categorie protette»; inoltre, è «in itinere» la «proceduta interna» per la progressione dei dipendenti di categoria B (coadiutore amministrativo) in C.

Ma questo concorso s’ha da fare. Pubblicazione dell’avviso il 13 aprile 2022 sul sito, dieci giorni di tempo per parteciparvi. Risultato finale? Dopo che il 70% dei candidati non s’è presentato ai colloqui, per i posti da collaboratore (ci voleva la laurea) 207 idonei su 1.032 istanze, con una graduatoria finale di 50 nomi, 45 già contrattualizzati; per la figura di assistente (bastava il diploma) 554 idonei su 2.967 domande iniziali, con una lista di 70 vincitori finali. Tutto si svolge fra fine luglio e fine settembre. Proprio mentre impazza la campagna elettorale.

Su questi concorsi sono stati presentati alcuni esposti. Uno, in particolare, avrebbe catturato l’attenzione dei pm di Piazza Verga. Uno in cui si segnala, fra l’altro, che «tra i primi in graduatoria» risultano esserci «figli e parenti prossimi» di pezzi grossi della sanità etnea e non solo. E si fanno i nomi. Che La Sicilia, incrociando le due graduatorie con fonti sanitarie, ha riscontrato. Nell’esposto i big con parenti (soprattutto figli, ma in alcuni casi coniugi) in graduatoria sono: Francesco Iudica, cognato del patron autonomista Raffaele Lombardo, manager dell’Asp di Enna; Rosario Fresta, direttore amministrativo del Policlinico; Santo Messina, direttore Organizzazione aziendale e Risorse umane dell’Asp; Salvatrice Riillo, direttrice della Medicina penitenziaria Asp; Francesco Alparone, direttore dell’Ufficio tecnico Asp, Patrizia Baiamonte, direttrice dell’Alpi (Attività libero professionale intramuraria) dell’Asp; Antonio Salanitri, direttore del Distretto sanitario di Bronte. 

Nella lista anche la prole di alcuni primari in ospedali di provincia, parenti di dipendenti Asp, ma soprattutto molti co.co.co già in servizio nell’azienda. Fra i quali, come si segnala nell’esposto, anche «candidati che guarda caso fanno parte delle Uoc di Trattamento economico e di Affari generali dell’Asp, dirette delle presidenti delle due commissioni esaminatrici: Roberta La Rocca e Maddalena Samperi». Nella denuncia si segnalano anche «ulteriori anomalie nei segretissimi colloqui», svolti «nonostante la voce del candidato non venisse udita dai pochi testimoni presenti, a causa del mimo espositivo che volutamente era stato concordato con le commissioni delle due selezioni». Un’accusa tutta da dimostrare. Non sarà facile. Come del resto è formalmente quasi impossibile trovare un nesso oggettivo fra la selezione di alcuni golden boy del centrodestra (di Catania, Adrano e Ramacca), peraltro non citati nell’esposto, e la loro attività politica.

L’“autostrada” Rg-Ct-Pa A proposito di esposti. Uno, in doppia copia (destinatarie le Procure di Catania e Ragusa) l’ha presentato il Codacons su un altro concorso per posti a tempo determinato. Quello bandito dall’Arnas Garibaldi per collaboratori amministrativi categoria D: avviso nell’albo pretorio aziendale dal 10 al 22 agosto scorsi, rapida selezione dei candidati per titoli e colloquio, graduatoria finale con 50 selezionati. L’anomalia viene segnalata da ragusanews.it. E riguarda alcuni aspetti, soprattutto iblei, della vicenda. L’Asp di Ragusa, infatti, chiede di attingere al selezionati dal Garibaldi per 9 posti da assegnare nella propria pianta organica. Nonostante una graduatoria, sempre a tempo determinato, l’avesse già in casa: approvata con delibera n.36 del 10 gennaio 2020, con validità triennale, cioè fino a tutto il 2022. Tant’è che un’aspirante “congelata” nel vecchio elenco ha chiesto con un ricorso (e ottenuto) di essere chiamata in servizio con ordinanza di Maria Angela Catalano, presidente della sezione Lavoro del Tribunale di Ragusa.

Nella ricostruzione giornalistica e nell’esposto del Codacons le potenziali ragioni della discutibile scelta: fra i selezionati (oltre ad alcuni “figli di…” vincitori già all’Asp etnea e ad altri rampolli dell’establishment sotto il Vulcano) compaiono il figlio del direttore sanitario, Raffaele Elia, che, in veste di direttore generale facente funzione, aveva chiesto di attingere ai 9 collaboratori dalla lista del Garibaldi, ma anche il figlio di una dirigente delle Risorse umane, Maria Schininà. E, oltre ad altre quattro persone in forza alla direzione Asp, anche una collaboratrice del direttore amministrativo Salvatore Torrisi. Il quale, incidentalmente, era componente della commissione esaminatrice del Garibaldi. La vicenda, dopo che l’allora appena insediato Gaetano Sirna si recò «spontaneamente» in Procura a chiarire, non finisce qui. Il quadro – anche dopo la nota del dirigente dell’assessorato alla Salute, Mario La Rocca, che già il 19 luglio 2019 chiariva a tutti i manager sanitari che la “condivisione” delle graduatorie a tempo determinato «non è percorribile» – è piuttosto chiaro. Tant’è che il nuovo commissario straordinario dell’Asp di Ragusa, Fabrizio Russo, ha revocato tutti gli atti. Le anomalia del passato? «Io non c’ero», la serafica posizione di chi comunque  ha reciso il cordone ombelicale con la white list catanese.

Ma non con un’altra dalla quale molte aziende sanitarie e ospedaliere siciliane hanno invece attinto a piene mani. E cioè la graduatoria per collaboratori amministrativi, ma stavolta a tempo indeterminato, dell’Asp di Palermo. Un modello teorico virtuoso, nonostante i rallentamenti dovuti alla pandemia. L’iter, indetto il 23 maggio 2019 dalla manager Daniela Faraoni, s’è concluso lo scorso 22 settembre. In mezzo una notevole scrematura: su 3.303 domande, agli scritti si sono presentati 1.264 candidati, poi ridotti a 399 agli orali. Nella graduatoria finale 285 idonei. Alcuni dei quali volti noti della politica e rampolli della sanità, reduci però da una dura selezione. Qualche dubbio, semmai, resta sulle richieste on demand di vincitori arrivate da aziende da tutta la Sicilia. Per questa ragione i posti sono lievitati: all’inizio erano previste 24, poi passate a 30, quindi a 99 e infine a 104. Con questa distribuzione: 67 per l’Asp di Palermo (7 delle quali nel 2023), 10 Arnas Civico, 3 Policlinico di Palermo, 20 Asp di Caltanissetta e 4 Asp di Ragusa. Ed è sui criteri di questa “mobilità”, comunque legittimata dalle opzioni che i candidati potevano esprimere su destinazioni extra Asp Palermo, che s’innestano i dubbi del Codacons (e probabilmente anche dei magistrati) che parla di «predestinati assunti». Un caso particolare lo cita sempre ragusanews.it: la figlia di una dirigente, «la plenipotenziaria» Maria Rosaria Sigona, «inizialmente assegnata ad altra sede, ma poi contrattualizzata a Ragusa», il 15 dicembre scorso, «grazie a una serie di coincidenze che hanno fatto decadere alcuni candidati che la precedevano per la copertura del posto».

Il precedente al Policlinico In questo contesto qualcuno riesuma un’altra recente selezione, sempre a tempo determinato, per diversi profili amministrativi, del Policlinico di Catania. Un concorso che non sarebbe fra quelli oggetto d’indagine. Nonostante qualche esposto anonimo dell’epoca e un bel po’ di chiacchiericcio fra uffici e corsie.

La procedura è identica alle altre: avviso sul web, il 17 luglio 2020, con scadenza di 10 giorni per partecipare. Siamo in piena era Covid. E infatti la partecipazione è alquanto limitata: 470 domande per assistenti categoria C e 207 per collaboratori categoria D. Della graduatoria finale del primo profilo non c’è traccia sul web: i verbali della commissione presieduta dal direttore amministrativo Rosario Fresta, arrivano fino al numero 17, con l’esito delle prove degli ultimi 70 candidati. Per i collaboratori amministrativi, il 23 dicembre 2020 si arriva a una lista finale di 70 idonei. Dei quali saranno chiamati in 25. Fra questi – oltre a un’altra figlia di manager Asp e a politici di Mascalucia, Misterbianco e Bronte – ci sono alcuni precari del Policlinico. Fra cui spicca, in prima fila, uno dei più stretti collaboratori di Dario Daidone. Esponente etneo di punta in Fdi, molto legato all’ex sindaco e senatore Salvo Pogliese, due anni dopo sarebbe diventato deputato regionale. Ma all’epoca Daidone era membro di quella commissione, sempre presieduta da Fresta, in veste di dirigente amministrativo del Policlinico. Il modello non si cambia. E adesso il Policlinico, come capofila del Registro Tumori di Catania-Messina-Enna, lancia un nuovo bando per varie figure amministrative. Sempre a tempo determinato, per titoli e colloqui. Avanti, c’è posto. Twitter: @MarioBarresi COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA