ROMA – «La Presidenza del Consiglio, a prescindere da ogni valutazione giuridica, ha avviato le procedure per l’esecuzione della sentenza di primo grado in ragione della drammatica situazione dei tre orfani e intende ispirare tutta la sua iniziativa a questo primario obiettivo». Lo ha detto nell’Aula della Camera il viceministro dell’economia Enrico Morando riferendosi alla vicenda di Marianna Manduca, assassinata a coltellate dal marito Saverio Nolfo nel 2007 .
Sul presupposto di presunte negligenze addebitabili ai magistrati addetti alla procura della Repubblica di Caltagirone, il tribunale di Messina, con la sentenza depositata il 1° giugno 2017, ha condannato la Presidenza del Consiglio dei ministri al pagamento di 259.200 euro, a titolo di risarcimento del danno patrimoniale subito dai figli della donna uccisa.
«È, tuttavia, necessario – sostiene Morando rispondendo ad una interpellanza urgente di Maria Edera Spadoni (M5S) – che la sentenza di primo grado venga sottoposta ad un ulteriore vaglio giurisdizionale, onde verificare se la terribile morte della giovane Marianna Manduca e la situazione personale familiare dei minori sia conseguenza o meno della negligenza dei magistrati della procura della Repubblica di Caltagirone, oltre che, ovviamente, della violenza omicida dell’assassino».
La deputata M5S si dice «soddisfatta, ma il mio gruppo parlamentare ed io continueremo a tenere alta l’attenzione sul tema, monitorando costantemente l’operato del Governo. Sarebbe il caso, come chiesto più e più volte, che il sottosegretario Boschi venisse a riferire in aula sul nuovo Piano nazionale antiviolenza sulle donne. Anche a livello internazionale l’Italia è stata criticata: moltissime misure mai applicate, nessun Ministero ad hoc, tanti buoni propositi», conclude Spadoni.