PALERMO «Credo che Provenzano sia stato privato del diritto di morire nella sua abitazione con la sua famiglia vicina, lui come altri». Lo ha detto Claudio Fava Presidente della commissione regionale Antimafia della Sicilia, già vicepresidente Commissione parlamentare antimafia precedente legislatura, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, sulla sentenza Cedu.
«Se fosse dipeso da me – ha aggiunto Fava – nel momento in cui si avviava verso la fine dei suoi giorni, lui come Riina, avrei immaginato che potesse chiudere suo tempo sulla terra in modo più umano invece che in una stanza d’ospedale guardata a vista e blindata. Capisco anche che la Corte di Strasburgo su questo punto fa un ragionamento molto astratto, fuori contesto e il contesto è anche quello di capire la capacità di progetto criminale che molti di questi boss hanno continuato a mantenere intatto anche all’interno del carcere. Il problema reale è che i capi mafia in Italia continuavano a fare i capi mafia».
«Il giorno in cui – ha sottolineato Fava – noi saremo in condizione di fare a meno del 41 bis sarà una vittoria non solo dal punto di vista dell’umanità della pena ma anche perché sarà una vittoria dal punto di vista della sicurezza. Lo Stato così facendo sarà in grado di garantire che i detenuti non possano avere in carcere un ruolo che avevano da liberi cioè quello di essere dei capi mafia».