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Etna, nuovo parossismo: cosa succede nel cuore pulsante del vulcano

Di Redazione |

CATANIA – Settimo parossimo dell’Etna nel giro di pochi giorni e terzo nelle ultime 18 ore. Un’attività straordinaria quella del vulcano catanese che Etna conferma la crescita dell’energia interna alla montagna.

L’ultimo parossimo è in corso, sempre dal Cratere di Sud-Est e sempre con la stessa spettacolare attività: fontana di lava, violenti boati, colata lavica e l’emissione di una nube vulcani che si dirige verso Est, in direzione mare.

E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo (Ingv-Oe) di Catania L’attività esplosiva è al momento molto discontinua e variabile. Il centroide delle sorgenti del tremore vulcanico è localizzato nell’area del Cratere di Sud Est a circa 2.200 metri sul livello del mare. 

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania comunica che la fontana di lava alimenta un flusso lavico che si propaga in direzione sud-ovest. Si osserva un incremento dell’attività esplosiva che forma una nube vulcanica alta circa 7.000 metri sul livello del mare.

Pochi giorni fa un  un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha presentato uno studio in cui ha elaborato un modello per l’Etna che ricostruisce un funzionamento simile a quello di un cuore pulsante, con un serbatoio magmatico più profondo che ne alimenta costantemente uno più superficiale, dove i gas pressurizzano dando origine alla raffica di fontane di lava

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Applied Sciences” e da dal titolo “Combining high- and low-rate geodetic data analysis for unveiling rapid magma transfer feeding a sequence of violent summit paroxysms at Etna in late 2015”, si è concentrato su una serie di fontane di lava er comprenderne le dinamiche e definire il sistema di alimentazione dell’Etna in grado di produrre un così rapido accumulo e violento rilascio del magma. 

Lo studio ha consentito di definire le dinamiche e le velocità di trasferimento del magma da una camera magmatica profonda a una più superficiale. Lì il magma, ricco di gas, staziona temporaneamente accumulando pressione. Quando la pressione del gas supera quella di contenimento delle rocce si verifica l’eruzione violenta sotto forma di parossismo.

Questo meccanismo combinato di due livelli di “stoccaggio” del magma a diverse profondità rappresenta, dunque, il possibile “motore” delle sequenze di eventi così rapidi e violenti”. Tali parossismi drenano non soltanto il materiale magmatico accumulato nel serbatoio più superficiale, ma anche parte di quello che staziona nel resto del sistema di alimentazione del vulcano, con tasso eruttivo di oltre 300 metri cubi al secondo.

Viceversa, quando la pressione del gas diminuisce, il parossismo si arresta, diciamo che la valvola si chiude, e il serbatoio più profondo (situato a circa 6 km di profondità) inizia nuovamente a ricaricare quello superficiale, così come il flusso sanguigno nel cuore che viene pompato dall’atrio al ventricolo e poi dal ventricolo all’esterno del cuore.

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