E' di tre morti, un uomo e due donne, e di 6 dispersi il bilancio dell’esplosione che nella città in provincia di Agrigento ha distrutto tre palazzine e ne ha danneggiate altre quattro. Le vittime sono Pietro Carmina, Enza Zagarro e Liliana Minacori. La Protezione civile aveva anche comunicato del ritrovamento di un altro cadavere, notizia che però dopo qualche ora è stata revocata dalle stesse fonti.
Due invece le donne che nella notte sono state estratte vive dalla macerie della loro abitazione crollata, Giuseppa Montana e Rosa Carmina. La deflagrazione, che è stata sentita anche nei paesi vicini, sarebbe stata causata da una grossa fuga di gas dalla tubatura del metanodotto.
«Il gas si è accumulato o nel sottosuolo o in un ambiente chiuso. A innescare l’esplosione potrebbe essere stata anche l'attivazione dell’ascensore», ha detto il comandante dei vigili del fuoco di Agrigento, Giuseppe Merendino. «Nei prossimi giorni faremo accertamenti più approfonditi – ha aggiunto – certo è che una esplosione così è un evento eccezionale». Tra le cause della rottura del tubo potrebbe esserci il maltempo o uno smottamento del terreno.
Nella palazzina di quattro piani distrutta dall’esplosione c'erano 9 componenti dello stesso nucleo familiare, due sono stati trovati morti, due al momento si sono salvati: un’anziana di 80 anni, portata all’ospedale di Licata con gravi fratture, e, secondo i primi accertamenti, la cognata, che i soccorritori sono riusciti a rintracciare dallo squillo del cellulare e che è stata trasportata ad Agrigento. Ancora dispersi gli altri familiari tra quali una giovane infermiera giunta al termine della gravidanza e il marito (la giovane donna era andata a far visita ai genitori). Domani sarebbe dovuta partire per Milano per la laurea del fratello. Straziante il dolore della madre che ripeteva «figlia mia» in attesa di notizie. Nella palazzina attigua, pure crollata, c'era invece una coppia, lei assistente sociale, lui professore, entrambi dispersi.
Un portavoce Italgas, la società che distribuisce il metano, fa sapere che «i tecnici hanno completato le operazioni di isolamento del tratto di rete e messo in sicurezza l’area interessata interrompendo il flusso di gas».
La zona dell’esplosione sembra uno scenario di guerra: macerie, vetri rotti, detriti e un acre odore di bruciato ovunque. Sul posto sono arrivate squadre dei vigili del fuoco di Agrigento, Palermo e Catania, la Croce Rossa, la Protezione Civile, polizia e carabinieri.
Contrariamente a quanto detto in un primo momento dalla Protezione Civile non ci sarebbero minori tra i dispersi. Le due donne trovate vive sono state portate negli ospedali di Licata e Agrigento e non sono in gravi condizioni.
Attesi i cani molecolari sul luogo dell’esplosione a Ravanusa. Gli animali dovrebbero fare scoprire eventuali corpi o i dispersi. Poco fa i vigili del fuoco, arrivati da tutta la Sicilia, hanno spento i generatori per ascoltare una voce. Si è sentito un lamento dalle macerie.
La Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, ha aperto una inchiesta per disastro colposo.Il magistrato si sta recando sul posto dell’esplosione.
«Come Anci Sicilia siamo vicini ai familiari, alla comunità e al Sindaco per la terribile tragedia che ha colpito Ravanusa e l’intero Paese. Nel manifestare a nome dei Sindaci siciliani la disponibilità a fornire ogni aiuto necessario, rivolgo un appello perché nel prestare soccorsi e sostenere la comunità di Ravanusa vi sia il massimo impegno della Protezione Civile e del Governo regionale e nazionale». Così in una nota il sindaco di Palermo e presidente di Anci Sicilia Leoluca Orlando.