Maltempo
Esperto meteo: «Ecco a cosa è dovuto il fenomeno “Medicane”»
Il generale Costante De Simone, già capo del Servizio meteorologico dell’Aeronautica militare, interviene sull'ondata di maltempo che si è abbattuta sulla provincia di Catania e sul rischio della formazione dell'uragano
"Fino a tempi relativamente recenti non si verificano tali fenomeni perché nel bacino del Mediterraneo non c'erano delle differenze di temperatura così accentuate, come ora, tra l'acqua del mare e l’atmosfera". A spiegarlo all’Adnkronos il generale Costante De Simone, già capo del Servizio meteorologico dell’Aeronautica militare, intervenendo sull'ondata di maltempo che si è abbattuta sulla provincia di Catania e sul rischio Medicane.
"La temperatura del Mediterraneo sta aumentando e quindi nel momento in cui masse d’aria di tipo ciclonico si spostano sul mare acquisiscono molta energia", dice De Simone ricordando che "tutta la fenomenologia atmosferica dipende dalla quantità di energia presente". Due le fonti, la temperatura e il vapore d’acqua. "Quando c'è differenza di temperatura si innescano i movimenti. Con il riscaldamento poi evapora molta più acqua portando con sé una grande quantità di energia che viene liberata nell’atmosfera", specifica. Ora proprio per effetto "dell’aumento della temperatura del mare e delle masse d’aria che si muovono più velocemente sale la probabilità di fenomeni meteo intensi". De Simone, che per 40 anni è stato consulente all’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, sottolinea come "già nel 1985 prospettai la possibilità di un cambiamento del clima in Italia, purtroppo la mutazione è avvenuta. All’epoca con i colleghi ne parlavamo come ipotesi in base ai dati che avevamo, oggi posso dire che l’ipotesi di una tendenza alla tropicalizzazione del tempo si è affermata".
De Simone, ricordando le diverse denominazioni dei cicloni tropicali a seconda della posizione geografica in cui si verificano (uragani o tifoni), entra nel dettaglio del termine "Medicane", "crasi di Mediterranean e Hurricane. Leggendolo in italiano ha un effetto davvero cacofonico: anche i miei bassotti si offendono a sentire questa parola – sorride -. Foneticamente sarebbe stato molto più corretto chiamarlo 'Mediganò. Quando i termini vengono inventati istantaneamente non si fa una riflessione approfondita". "Un tempo le piogge avvenivano con regolarità, adesso per effetto di tutta questa concentrazione di energia di cui parlavo prima le piogge sono di breve durata ma molto intense. Ma la quantità d’acqua che cade sui nostri territori non è cambiata, si è solo concentrata e questo fa sì che noi dovremmo essere preparati a commisurare le riserve di acqua ai nostri bisogni. Non solo aspettare. Punto fondamentale per il futuro è proprio quello della gestione delle acque, che è un patrimonio". COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA