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Eruzione provoca tsunami in Indonesia, almeno 280 i morti e oltre 1.000 i feriti

Di Redazione |

GIACARTA – Un’onda di tsunami ha devastato le spiagge attorno allo stretto della Sonda, che separa le isole di Giava e Sumatra, in Indonesia. Il drammatico bilancio, ancora purtroppo provvisorio, è di almeno 280 morti ed oltre 1.000 feriti, mentre 57 sono le persone dichiarate disperse ed oltre 11mila gli sfollati: il numero delle vittime «crescerà sicuramente», ha ammonito il presidente indonesiano Joko Widodo, mentre i soccorritori sottolineano che molte delle aree colpite non sono state ancora raggiunte.

«Al momento, non ci risultano vittime tra gli stranieri», ha detto il premier australiano Scott Morrison, mentre l’Unità di crisi della Farnesina e l’ambasciata d’Italia a Giacarta «sono attive per prestare ogni assistenza necessaria ai connazionali sul posto».

Con un muro d’acqua di circa 20 metri, lo tsunami ha distrutto decine di abitazioni e danneggiato «seriamente» 9 hotel. Secondo l’Agenzia di meteorologia e geofisica indonesiana le onde anomale sono state causate da frane sottomarine seguite a un’eruzione di Anak Krakatau, un’isola vulcanica formatasi nel corso degli anni dal vicino vulcano Krakatoa. 

L’onda ha fatto strage tra gli impiegati della compagnia statale Pln, riuniti per celebrare la fine dell’anno. Le immagini mostrano l’onda devastante che si abbatte sul palco dove una band rock indonesiana, i Seventeen, stava suonando per l’evento: il bassista è rimasto ucciso insieme al manager, altri 4 componenti del gruppo risultano tra i dispersi. All’evento partecipavano almeno 260 persone: i morti accertati sinora sono 23. «L’acqua ha spazzato via il palco, che era molto vicino al mare», afferma la band in un comunicato citato da Cnn Indonesia. «Abbiamo perso i nostri cari, incluso il bassista e il manager, gli altri sono dispersi». Sul posto, con soccorritori al lavoro per trovare i dispersi, sono arrivate 36 ambulanze. 

Le autorità indonesiane hanno diramato una allerta invitando gli abitanti dell’area a «stare lontani dalle spiagge». Il capo dell’agenzia meteorologica, Rahmat Riyono, teme che sia «possibile un altro tsunami» poiché quello di ieri «è stato provocato da un’eruzione del vulcano Anak-Krakatau», e dall’alta marea. «La possibilità di un secondo tsunami in caso di terremoto sono molto basse, ma qui si tratta di un’eruzione. Dobbiamo continuare a monitorare la situazione», ha detto, sottolineando che proprio per questa ragione non sono scattati allarmi preventivi ieri. 

Il 26 dicembre 2004 uno tsunami, causato da un terremoto di magnitudo 9.1 nell’Oceano Indiano, colpì le coste di tutto il sudest asiatico e arrivò fino alle coste africane. Si stima che le vittime furono tra 250mila e 270mila, ma un bilancio definitivo non fu mai fornito per l’altissimo numero di dispersi, circa 50 mila. La più colpita fu proprio l’Indonesia con oltre 130mila morti accertati e 170mila stimati.

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