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Eller, il “badante” che sente «tanfo di mafia»

Eller, il “badante” che sente «tanfo di mafia»

Di Mario Barresi |

MESSINA. La notizia, come al solito, striscia su Facebook. «Non molti mi hanno spiegato come funziona veramente in Sicilia e specie a Messina, la maledetta mafia … ma il tanfo lo sento comunque… i profumi francesi e le varie ciprie non riescono a coprire il lezzo che ammorba l’aria, è l’odore del marciume e della morte fatta di disoccupazione…».

Parole e musica di Luca Eller Vainecher. L’assessore al Bilancio, che a Messina chiamano «il badante». Un super tecnico toscano, chiamato ad aggiustare i conti in rosso del Comune, che – lo abbiamo interpellato ieri sera – si autodefinisce «un allievo di Mario Monti» e che auspica «uno scatto d’orgoglio, perché Messina ce la può fare». Il dissesto? «Magari 2-3 anni fa aveva un senso, ma oggi ssi deve evitare, anche per non perdere un flusso di investimenti da 200 milioni in arrivo». «Non sentivamo il bisogno dell’ennesimo oriundo salva-Sicilia che viene per impartire lezioni di civiltà agli indigeni sottomessi dalla mafia. Faccia l’assessore, lo stipendio glielo paghiamo noi», sbotta il sindacato Orsa.

E l’influente deputato di Ap, Nino Germanà: «Se sa vada in Procura, altrimenti pensi al bilancio». Sul web c’è un precedente curioso. Eller, in un articolo del Tirreno dell’11 febbraio 1998, è fra i tre arrestati (lui era ragioniere capo del Comune di Sesto Fiorentino, gli altri due imprenditori) con l’accusa di corruzione nel settore dei rifiuti; l’accusa che ipotizza «tangenti di 20 milioni al mese versate a Eller», quando era direttore commerciale dell’azienda per i servizi ambientali di Firenze, in cambio di appalti. «Una trappola ordita dalla criminalità che io ho sempre combattuto», ribatte. Ricordando che «tutte le accuse furono archiviate prima del processo», e che la Procura «mi ha poi investito di ruoli importanti da consulente anti-corruzione». Tutto vero. Ma il suo status di toscano è sinonimo di vicinanza a Renzi o è pura coincidenza? «No comment», ci risponde.

Eppure non è passato inosservato, all’ultima Lepolda siciliana, mentre si faceva i selfie con l’ospite che aveva portato con sé. Un signore con la maglietta colorata e la barba. Renato Accorinti, un marziano al party palermitano dei renziani.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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