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Ecomafie, la commissione d’inchiesta in Sicilia: depuratori nel mirino

Di Redazione |

PALERMO – Missione in Sicilia, da mercoledì 27 a venerdì 29 novembre, per la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Obiettivo è svolgere sopralluoghi e audizioni sulla depurazione delle acque reflue e sulla gestione dei sedimenti di dragaggio dei porti. Insieme al presidente Stefano Vignaroli, parteciperanno alla missione i deputati Caterina Licatini (M5S) e Fausto Raciti (PD) e i senatori Luca Briziarelli (Lega), Barbara Floridia (M5S), Pietro Lorefice (M5S) e Fabrizio Trentacoste (M5S).

Prima tappa, mercoledì 27, sarà il porto di Augusta e i depuratori Ias di Priolo Gargallo e di Catania. Giovedì 28 novembre la Commissione Ecomafie svolgerà invece sopralluoghi ai depuratori di Mili e di Milazzo e il 28 e il 29 terrà una serie di audizioni in prefettura a Catania. Saranno sentiti alcuni dirigenti di Arpa Sicilia, il viceprefetto vicario facente funzioni di Siracusa, i sindaci e presidenti delle Città metropolitane di Catania e Messina, il sindaco di Siracusa, il commissario del Libero consorzio comunale di Siracusa, i sindaci di Augusta e Milazzo e i rappresentanti di Confindustria Sicilia. 

«Contro l’Italia ci sono quattro procedure di infrazione europee per le inadempienze sul fronte della depurazione delle acque, con il maggior numero di centri abitati irregolari situati in Sicilia – afferma Vignaroli – Molti centri scaricano direttamente in mare, in altri casi non ci sono neanche le fognature, in altri ancora l’impianto di depurazione è presente ma non funzionante oppure manca di autorizzazione allo scarico valida. Una situazione che mi preoccupa molto e che dopo il lavoro di analisi già fatto a Roma in questi mesi intendiamo approfondire con sopralluoghi sul campo».

L’obiettivo, aggiunge, «è renderci conto di persona della situazione e dare il nostro contributo affinché la Sicilia, su cui si concentra una parte importante del lavoro del commissario straordinario alla depurazione Enrico Rolle, esca il prima possibile da queste irregolarità». Il presidente della Commissione Ecomafie incontrerà la stampa il 29 novembre, alle 13.15, presso la prefettura di Catania.

In Sicilia sono complessivamente circa trecento gli agglomerati in cui sarà necessario intervenire per superare le procedure d’infrazione europee. Il numero emerge dall’audizione del Commissario Straordinario Unico per la Depurazione, Enrico Rolle, resa alla Commissione d’inchiesta. «Ai quarantacinque agglomerati sull’isola per ottanta interventi riguardanti le procedure C-565/10 e C-85/13, di cui – ha ricordato Rolle – la Struttura Commissariale si muove per 65 interventi da Soggetto Attuatore e per 15 da coordinatore degli enti locali, si aggiungono ulteriori due procedure d’infrazione, recentemente affidate al Commissario, che riguardano 206 agglomerati in Sicilia, cui – ha spiegato Rolle – se ne aggiungeranno altri dalla più recente relazione italiana sullo stato di attuazione delle acque reflue urbane oggi all’attenzione della Commissione Europea».

«In Sicilia – ha ricordato il Commissario – abbiamo al momento già preso impegni per 206 milioni di euro, avviato 87 procedure di gara, stipulato 55 contratti e avviato quindici cantieri».

Facendo il punto dei singoli agglomerati con il referente della Struttura commissariale per gli interventi sull’isola Attilio Toscano, Rolle ha spiegato che “la Sicilia è un territorio difficile per la gestione delle acque reflue urbane, ma malgrado questo porteremo a compimento nei prossimi cinque anni l’insieme delle attività”, assegnate al Commissario per gli ottanta interventi che riguardano le due procedure d’infrazione allo stadio più avanzato.

«Questo – ha concluso Rolle – è un risultato importante, visto il punto di partenza: molti interventi che ha preso in carico la Struttura erano allo stato iniziale, in alcuni casi erano fermi da decenni, c’erano progetti da rivedere alla luce del Codice e procedure da riavviare». Il Commissario ha anche sottolineato la necessità di rendere «omogeneo lo scenario dei poteri commissariali», visto che «si moltiplicano i commissari, ma ognuno con poteri diversi, anche se per tipologie di interventi molto simili». Tra le soluzioni chiave per velocizzare le attività, Rolle ha individuato “il potere di ordinanza” e “la definizione dei presupposti anche di ordine economico per lo spostamento di personale delle pubbliche amministrazioni verso la struttura commissariale”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA