Ecco gli affari siciliani del “quartierino” E nelle carte anche le pressioni di Montante

Di Mario Barresi / 18 Aprile 2016

Gianluca Gemelli la chiama «la guerra sotterranea». E magari lo era davvero. Almeno fino a quando non emergessero le intercettazioni a raffica sul filone siciliano dell’inchiesta sullo scandalo petroli di Potenza. Un nuovo ambito d’indagine che, oltre al compagno augustano dell’ex ministro Guidi, vede coinvolti il vicepresidente nazionale di Confindustria, Ivan Lo Bello, il lobbista Nicola Colicchi e Paolo Quinto, capo della segreteria della senatrice del Pd Anna Finocchiaro (non indagata). Per i quattro l’ipotesi di reato è associazione a delinquere «al fine di commettere (…) un numero indeterminato di delitti di traffico di influenze illecite, abuso d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente». Nell’informativa della Squadra mobile di Potenza si chiarisce che l’obiettivo della «brigata» (definizione coniata da Gemelli e Quinto in un’intercettazione) è soprattutto «l’assegnazione/aggiudicazione della concessione demaniale del pontile consortile presso il porto di Augusta, in area Punta Cugno, per la realizzazione di un deposito costiero di prodotti petroliferi».

 

Il ruolo di Lo Bello

 

Alle 19,22 del 26 ottobre 2014 Colicchi parla con Gemelli. «Altre novità invece… sulla guerra sotterranea? », gli chiede. E il fidanzato della Guidi gli risponde: «Assolutamente no. Io oggi ho chiamato… no, ieri, ho chiamato Ivan, perché… ti ricordi che m’aveva detto quel terreno vicino alle banchine per fare serbatoi, ho trovato… ». Il riferimento è a una telefonata del giorno prima (intercettata) alle 12,45.

Lo Bello: Gianluchino!

Gemelli: Ivanuccio comi jeumu (come andiamo)…?

LB: tutto bene, tu?

G G.: tutto a posto. Ascolta, sono appena uscito dall’agenzia dove ho comprato il terreno, e gli ho chiesto quel discorso che mi dicevi tu, del terreno vicino al mare, eccetera

LB: mh, mh…

G: ci sarebbero dieci ettari di terreno, area servizi, e…

LB: mh, mh

G: … tutto confinante alla parte che ha espropriato la… l’Autorità Portuale perché è attaccato al porto commerciale praticamente

LB: mh, mh

G: secondo te potrebbe essere buono, oppure là… a parte

LB: … ma… ma di chi è?

G: non lo so, non me l’ha detto, però, perché non ci sono… cioè ci sono andato molto leggero, perché, secondo me quel terreno se è venduto a trentacinque euro, costo l’ira di Dio, perché sono centomila metri quadri, capito?

LB: mh, mh

G: quindi…

LB: ma di chi è? Non…

G: no, va beh, me lo fa sapere, intanto mi farà… inc.. e poi me lo fa sapere

LB: eh… fatt. fattelo… inc… e verificalo, va bene? okay?

G: ma dico come area va bene, porto commerciale?

LB: e certo, certo, certo che va bene… mh, mh

 

Così, nell’informativa, si descrive il ruolo di Lo Bello: «Costui si è interessato in prima persona per assicurare al Cozzo la permanenza al vertice dell’Autorità Portuale di Augusta, intervenendo personalmente presso il Ministro Delrio (che ha smentito: «Non ricattato, né ricattabile», ndr); ma si è peraltro mostrato interessato anche alla questione pontile consortile». I riflettori sono sulla “Alfa Tanko Srl”, «con la partecipazione occulta del Gemelli, e si ritiene di altri fra gli individuati indagati». La società, avente tra gli altri per oggetto attività di stoccaggio di idrocarburi, viene costituta l’8 maggio 2015. Il giorno prima Gemelli parla con Alfredo Leto, fra gli indagati in un’altra tranche dell’inchiesta, assieme fra gli altri a Giuseppe De Giorgi. Il fidanzato del ministro dice al suo interlocutore: «Ascolta ti volevo dire per domani… (…) … Allora è confermato 17,30, giusto?… (…) … se tu non sei troppo incasinato ti raggiungerei dove mi dici tu per le, intorno alle 16, così magari ci andiamo insieme… (…) … Con Ivan… («probabile riferimento ad Ivan Lo Bello», annota la polizia). E Leto rispondeva: «E andiamo via insieme… (…) … tutti… okay».

 

«Anna è stata mitica»

Nelle carte ricorre più volte il nome di Anna Finocchiaro, senatrice del Pd, non indagata.

Nel capitolo dell’informativa intitolato «Il “sollecito” per l’inserimento dell’emendamento alla Legge di Stabilità relativo ai contributi ventennali nel settore navale», si cita un’intercettazione del 27 novembre 2014. «Gemelli riferisce nell’occasione a Quinto di aver saputo che domani intorno alle 10 saranno da Anna (sen. Anna Finocchiaro). (…) Quinto lo invita ad unirsi a loro. Poi fa cenno anche a De Giorgi: “ma sì, dai, tanto abbiamo fatto… cioè abbiamo fatto l’allegra brigata: Nicola, Ivan, De Giorgi… e proprio”; e scherzando, afferma più avanti “… io ho fatto scrivere lì che arriva insieme all’ammiraglio De Giorgi, il colonnello Colicchi… ”. Gemelli, scherzando a sua volta, afferma “… gli devi dire a sto punto che viene il Generale di Brigata Gemelli… ”. L’appuntamento viene stabilito dai due in piazza Sant’Eustachio, dietro il Pantheon».

Il 2 giugno 2015 Colicchi conversa con Quinto. «I due – rilevano gli investigatori – parlano della cena cui prenderanno parte una serie di personaggi fra i quali l’On. Finocchiaro e l’Amm. De Giorgi». Questo il riassunto: «È Quinto per prima a domandare a Colicchi: senti, noi ci vediamo domani sera, no?; Colicchi gli risponde:… domani sera tutto confermato, giusto?; Quinto risponde di sì, facendo cenno a diversi soggetti: perfetto, tutti e tre vengono i tipi (…) sono… e (…) Matteo… Vincenzo… e l’amico tuo!; a quest’ultima indicazione, Colicchi aggiunge: e Giuseppe!? Sì, sì, dovrebbe esserci; Quinto prosegue quindi: perfetto. Poi viene Ivan (…) Anna (…) io… e basta! ». Non è dato sapere se la cena c’è stata. Alle 16,10 del 24 novembre 2014, annotano gli investigatori di Potenza, «Gemelli (in quel momento in compagnia di Antonello Montante) telefona a Quinto Paolo (a sua volta in compagnia della sen. Anna Finocchiaro). La telefonata è finalizzata ad organizzare un incontro tra il Montante e la Finocchiaro». Non a caso, alle 17,59 dello stesso giorno, Gemelli parla di «finocchietto» (la senatrice viene chiamata così in alcune chiamate) ed esulta: «È stata mitica». Riferendosi «evidentemente alla sen. Finocchiaro ed alla conversazione avuta poco prima con Quinto ed Antonello Montante».

 

Il pressing di Montante

Nelle carte spunta più volte il nome del presidente di Confindustria Sicilia, non indagato dai pm di Potenza, ma oggetto di indagine per mafia a Caltanissetta. «Gemelli si è pure interessato – si legge nell’informativa – sempre per conto di Montante, in relazione al decreto volto all’unificazione delle camere di commercio». Agli atti anche un sms in cui il compagno della Guidi copincolla un messaggio inviato alla ministra e lo gira a Montante, che è anche presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta: «Per tua info… Prima di firmare il decreto per l’unificazione camere Enna Caltanissetta Trapani sentiti con Antonello… È importante!!! Non firmarlo prima».

Ma poi l’imprenditore di Augusta batte la fiacca. «Montante appare abbastanza irritato della lentezza del Gemelli nel sottoporre la questione alla compagna Guidi», ricostruiscono gli investigatori. Ma Gemelli confessa alla fidanzata-ministra che Montante (il quale gli stava «rompendo le scatole») in quel momento «mi serve come il pane». Perché? La risposta è sempre nell’informativa, dove si rileva «come Gemelli abbia beneficiato, fra le altre cose, anche della nomina a membro del consiglio di amministrazione dell’Ias di Siracusa (Industria Acqua Siracusana), proprio per intercessione del Montante (e del Lo Bello Ivanhoe) ». Il compagno della ministra, alle 18,51 del 27 ottobre 2014, scrive un sms a Montante: «Indovina che mi ha detto Fede quando le ho detto dell’IAS?!? ».

Il giorno dopo la notizia è ufficiale: Gemelli entra nel Cda di Ias, come consigliere di «nomina Irsap». L’istituto che raggruppa tutti gli ex Consorzi Asi, controllato dall’assessorato regionale alle Attività produttive retto allora da Linda Vancheri.

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