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IL CASO

È il figlio del boss dei Cappello l’uomo arrestato a Catania per aver trasformato una casa in un deposito di botti

I particolari del sequestro di mezza tonnellate di fuochi d'artificio in una casa a San Francesco La Rena

Di Redazione |

A Natale c’è chi addobba la casa con luci e festoni colorati, Pietro Catanzaro invece ha deciso di trasformare un appartamento a Ippocampo di Mare in un deposito di fuochi d’artificio. Così tanto richiesti in questo periodo, in cui si attendono le celebrazioni di Capodanno. I poliziotti delle Volanti e del nucleo artificieri sono andati a colpo sicuro: sapevano che il 34enne aveva investito nel business dei botti.

Catanzaro non è un nome qualsiasi. Anche se è il padre Giovanni, detto “u milanisi” per le sue origini lombarde, quello più noto ai poliziotti. È infatti un personaggio di peso del clan Cappello, detenuto per la condanna nel processo Penelope. Catanzaro è cognato di Salvuccio Lombardo ‘u ciuraru’ (cugino del capomafia Turi Cappello). La sorella di Catanzaro è sposata con Lombardo.

L’imprenditore pirotecnico abusivo quindi è un figlio d’arte della mafia catanese. E lui stesso è già noto per reati legati alla criminalità organizzata e al momento è sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di dimora a Catania.

I poliziotti hanno bussato alla porta di casa, a San Francesco La Rena, e hanno notato sul tavolino diversi mazzi di chiave. Una di queste apriva un abitazione vicina dove c’erano stipati una gran quantità di scatoloni, l’uno sopra all’altro, con all’interno decine di ulteriori scatole di fuochi d’artificio per oltre mezza tonnellata.

Gli artificieri hanno messo in sicurezza gli esplosivi che sono stati sequestrati e saranno distrutti così come disposto dalla procura. Il 34enne, senza licenza e senza requisiti, è stato arrestato per detenzione illegale di esplosivo e per violazione delle prescrizioni inerenti la sorveglianza speciale.

Sul caso è intervenuta la deputata regionale del Pd, Ersilia Saverino: «Serve opera di sensibilizzazione tra i giovani, questo sequestro è un pericoloso campanello d’allarme».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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