E come si farà a tenere la distanza sociale nella spiaggia libera? Ecco l’idea

Di Gian Mario Sias / 23 Aprile 2020

OLBIA – «La distanza interpersonale in spiaggia? È un problema vecchio, ci avevo già pensato e ho la soluzione». Parola di Gianluca Langiu, ingegnere ambientale e ideatore di “Safe Beach Space”, sistema di delimitazione visiva dello spazio di sicurezza, con copyright in 176 Paesi. Olbiese, 44 anni, appassionato di mare, frequentatore di spiagge libere, Langiu è convinto che si sia passato il limite. «Da habitué delle spiagge senza stabilimenti ho notato la progressiva abitudine di molti a posizionare i loro teli e i loro ombrelloni a pochi centimetri da me o dai miei effetti personali», racconta all’Ansa. Langiu non è un misantropo, ma si dice convinto che «si sia persa un po’ di educazione civica e di senso della privacy».

Alla soluzione del problema aveva lavorato già, immaginando un sistema pratico, comodo, sicuro e ambientalmente sostenibile per consentire a ognuno di marcare il proprio spazio anche in una spiaggia affollata e immergersi in un’oasi da un metro e mezzo di raggio. Quel chiodo fisso e quelle bozze nel cassetto gli sono serviti per arrivare prima di tanti e farsi trovare pronto ora che, complice l’emergenza sanitaria da coronavirus, il tema del distanziamento interpersonale sui litorali torna di attualità.

Mag3, il suo studio di progettazione, in poche ore ha elaborato un’idea che si è materializzata con la collaborazione del Klojaf Studio di Nuoro. Il titolare, Salvatore Piredda, ha curato il brand e tutti gli aspetti legati alla comunicazione. Oggi altro partner specializzato nella stampa in 3D, il Fab Lab Olbia, ha realizzato il prototipo del picchetto che supporta un nastro teso a delimitare lo spazio in cui ognuno sta senza rappresentare un pericolo per la salute del vicino di ombrellone.

Langiu ha pensato a tutto: materiali da riciclo, trasportabilità del kit, praticità di montaggio. In due modelli, quello rettangolare per gli stabilimenti balneari e quello ottagonale per la spiaggia libera. «È un sistema modulare collegabile ad altri, sempre nel rispetto delle prescrizioni anti-contagio, un nastro tessile, stampabile e personalizzabile con loghi aziendali o sponsor – spiega l’ingegnere – i picchetti, mai prima in commercio, sono in materiale plastico da riciclo e sono stati progettati apposta, il porta kit è una retìna che non trattiene la sabbia».

Ora viene il bello. «Safe Beach Space ha un costo sostenibile, ma cerchiamo partner per produrlo e immetterlo sul mercato, anche internazionale», è l’ambizione di Langiu. «Le misure di contenimento della diffusione del coronavirus – osserva – sono una buona occasione per realizzare questo progetto, ma io son convinto che servirà anche in futuro, per ottimizzare gli spazi in spiaggia e per riprendere a viverla secondo delle regole minime di rispetto reciproco».

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: bagnanti distanziamento sociale picchetti safe beach space spiaggia libera