CATANIA – Una domenica così, quasi irreale nella sua zona gialla e con l’allerta arancione, dopo un “venerdì nero” o black friday che dir si voglia, e soprattutto dopo un sabato invece nerissimo e drammatico in cui il maltempo si è accanito su una città già messa in ginocchio dall’emergenza sanitaria.
Una domenica improvvisamente e quasi paradossalmente perfino troppo serena, quella di ieri, rispetto ai drammatici eventi delle ultime ore e settimane e al complesso scenario legato al passaggio dalla zona arancione alla zona gialla, una “promozione” che non equivale però a un “liberi tutti” che potremmo pagare a caro prezzo e che ieri è apparso in diversi casi come il rischio più serio da scongiurare, cosa però molto più facile a dirsi che a mettere in pratica.
Soprattutto con quegli attesi segni di “normalità” ancora solo in parte riconquistata, i bar riaperti (almeno fino alle 18, dopo solo asporto fino alle 22), il piacere di riassaporare un caffè al bancone e fare quelle quattro chiacchiere che erano tanto mancate un po’ a tutti – la zona gialla, il governo, il maltempo, Maradona, la patrimoniale e il Catania quelle del momento – ricordandosi però che non siamo fuori dall’emergenza, e che su distanze e mascherine non possiamo abbassare ora la guardia.
Così molti bar nei tradizionali “luoghi della domenica” in città sono passati ieri dal deserto assoluto di poche ore prima all’affollamento, mentre molti ristoranti non hanno invece potuto riorganizzare un’attività a mezza giornata, rimanendo comunque chiusi.
Nella mattina assolata di ieri, con i negozi aperti, e albero natalizio di piazza Università e luminarie già allestiti in centro storico, l’atmosfera è apparsa già festiva, più o meno quella di una domenica che in un qualsiasi anno preceda di una decina di giorni il fatidico appuntamento dell’Immacolata, che segna il via ufficiale allo shopping natalizio. E anche se il 2020 è stato tutt’altro che un anno qualsiasi, questa è stata l’atmosfera del primo giorno di zona gialla.
«Stiamo registrando un considerevole afflusso – dice il titolare del bar Scardaci, a due passi da piazza Stesicoro – c’era molta attesa di potersi sedere al bar e gustare un caffè senza doversi quasi nascondere, ma dobbiamo anche avere pazienza e seguire ogni cautela, perché voluto o non voluto questo virus c’è, direttamente o indirettamente ha toccato un po’ tutti, e sono convinto che non ne usciremo prima di marzo».
«Questo caffè ci voleva – dicono due amici all’uscita del bar – mai come oggi ci è sembrato così buono».
La zona gialla intanto fa abbassare qualche mascherina di troppo, mentre i commercianti hanno registrato i primi segni di ripresa dei consumi, dopo il lungo zero assoluto, e davanti a molti negozi si forma la coda anche se non tutti comprano, e bisogna mettersi in fila per entrare alla Rinascente. «Il black friday ha funzionato e anche oggi diversi clienti stanno acquistando», dice l’addetta alle vendite di un negozio di borse e pelletteria a pochi metri da piazza Duomo».
Il lungomare è tornato a essere (anche un po’ troppo) animato, come in tutte le domeniche in cui il sole fa capolino, tra bar in piena attività, runner, ciclisti e traffico. Tutto molto bello, perché anche così la città reagisce e ritrova speranza nel futuro, ma per uscire dall’incubo e non fare altri passi indietro serve più cautela, e con le feste in arrivo sarà sempre più difficile.