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Dopo lo scandalo di Cannes arriva denuncia di Catania Jazz: «Quel caso non è l’unico»

Il Sicily Jazz Festival, secondo Mariarosa Tomaselli, presidente dell’associazione Catania Jazz, e Pompeo Benincasa, direttore artistico, sarebbe stato affidato senza gara pubblica

Di Redazione |

Il caso della Regione a Cannes con l’affidamento milionario o una società lussemburghese per realizzare Casa Sicilia, dà l’occasione ad alcuni addetti ai lavori per segnalare «altri casi eclatanti di affidamenti diretti, senza alcuna gara pubblica nella passata legislatura». Così denunciano in una nota Mariarosa Tomaselli, presidente dell’associazione Catania Jazz, e Pompeo Benincasa, direttore artistico. Un caso che li riguarda direttamente «perché all’Associazione Catania Jazz è stata preclusa la possibilità di vincere l’eventuale bando sull’organizzazione e direzione artistica del Sicily Jazz Festival».

L’Assessorato Turismo, scrivono, «ha affidato negli anni 2021, 2022 e in ultimo nella stessa data del caso Cannes, il 30 dicembre 2022, ancora una volta l’organizzazione di una manifestazione, che in 3 anni è costata ben 5 milioni di euro, alla Fondazione Brass Group di Palermo».

Catania Jazz ha scritto al Presidente della Regione Musumeci, all’assessore al Turismo Messina e ai dirigenti dell’assessorato al Turismo per esporre «le ragioni giuridiche a sostegno della nostra posizione riguardo l’illegalità dell’affidamento privato per somme di queste dimensioni». E aggiungono: «Nella normativa vigente sugli appalti, non esiste, allo stato attuale, alcuna norma o clausola  che potevano consentire, non solo l’affidamento diretto ma neppure la reiterazione allo stesso soggetto della stessa procedura negli anni successivi».

«In maniera informale, i dirigenti dell’Assessorato Turismo – raccontano – pur non avendo mai citato le motivazioni addotte nei decreti di finanziamento diretto sin dal 2021, hanno sostenuto che l’affidamento si giustificava con la ragione che la Fondazione Brass Group, fosse “in House” della Regione». Una motivazione che per Catania Jazz «non ha alcun riscontro giuridico». «Primo – elencano – perché la stessa Fondazione, nel 2017 ha impugnato una L.R. sulla riduzione a 3 dei membri del Cda delle società partecipate totalmente o in parte dalla Regione, trovando successo nella sentenza del Tar che ne affermava la “principale natura privata” della Fondazione». Come secondo motivo fanno riferimento a una sentenza del Cga di Bari che ha condannato il Comune di Bari perché, con le stesse modalità dell’Assessorato Regionale Turismo, aveva affidato la gestione del Teatro Piccinni, senza bando, direttamente alla Fondazione Petruzzelli di Bari».

La sentenza di Bari contesta la validità dell’essere una Fondazione in house il Teatro Petruzzelli, ma dice «che anche se lo fosse stato, il Comune aveva l’obbligo del bando pubblico, perché se no viola le leggi sulla concorrenza». I rappresentanti di Catania Jazz sottolineano che nessuno dei soggetti ai quali si sono rivolti «ha sentito di dare risposta scritta», ma  il dott. Solina, Responsabile del settore 6, «nominato Rup in data 9 maggio 2022, è stato sostituito, appena una settimana prima dell’inizio del Festival, e sostituito dal dott. Librizzi, stesso settore, il quale in questa veste, ha emesso il decreto del Sicily Jazz Festival, pochi giorni prima dell’inizio dello stesso. Un particolare che rivela in maniera evidente che le ragioni da noi addotte, qualcosa hanno provocato».  Catania Jazz si augura «di non dover arrivare sino al ricorso alla Magistratura per affermare un diritto acclarato dalle leggi, e si augura che, quanto affermato per Cannes, valga anche per questa vicenda» e che la Regione «sospenda in autotutela anche l’evento Sicily Jazz Festival e faccia chiarezza sulla vicenda». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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