Doppia odissea
Dopo la cenere dell’Etna, la stangata dei voli per rientrare in Sicilia: passeggeri danneggiati e beffati
Mentre l’Etna “sbuffa” ancora, fino a tutto ieri c’è stato chi ha fatto i conti con i ritardi dei voli in arrivo e partenza da e per la città etnea, registrati fino a sera. La chiusura per caduta di cenere vulcanica dello scalo etneo dalle 13 di domenica fino alle 9 di ieri ha, infatti, mostrato tutte le fragilità di un sistema che in realtà non esiste. Non esiste, infatti, un “piano B” collaudato per fronteggiare in tempo reale chiusure che sono sì imprevedibili, ma non certo impreviste alle falde di uno dei vulcani più attivi al mondo. Le “riprotezioni” dei passeggeri da parte delle compagnie su voli alternativi negli altri scali siciliani hanno, ad esempio, mostrato il lato debole dei trasporti su gomma verso Comiso e Palermo, la Catania-Palermo (eterno cantiere) e la Ragusa-Catania (cantiere in avvio annunciato proprio ieri, atteso da almeno 30 anni), ma anche l’improvvisazione nell’approntare mezzi per garantire un trasporto quanto meno sereno. Non certo rapido. Per alcuni – non pochi – si è trattato di armarsi di pazienza, aprire il portafoglio e aspettare la riapertura del “Vincenzo Bellini” per poter partire. O arrivare.
L’odissea dei passeggeri
Spesso neanche i passeggeri hanno piena consapevolezza dei propri diritti e, presi dal panico, commettono anche qualche imprudenza poi non riparabile, come la scelta tra riprotezione e rimborso, univoca e non retroattiva in caso di cambio idea. Sono almeno una cinquantina – secondo i report di Sac, società di gestione dello scalo etneo – le persone rimaste al terminal domenica notte, le altre, non poche, hanno “riparato” in albergo, o sono dovute tornare a casa, o hanno cercato soluzioni alternative di viaggio. Non sempre con successo. O, in ultima analisi, hanno annullato il viaggio.Oltre il danno, la beffa: la regola aurea di chi viaggia in aereo è risparmiare, il successo è trovare voli a poche decine di euro, ma in questo caso per tanti il destino cinico e baro ha portato a dover spendere centinaia di euro chi, impossibilitato per ragioni personali ad aspettare il primo volo disponibile “riprotetto” magari dopo giorni, ha dovuto optare, pur di partire o rientrare, per il treno (quando si trova posto) o un volo da località più collegate con gli altri aeroporti dell’Isola. Non certo da Bologna e Torino, ad esempio, da Milano e Roma verso Palermo, per dire, è più facile, ma, ovviamente, più costoso specie in last minute. Di questi tempi a viaggiare sono tanti turisti, ma anche lavoratori, studenti e chi parte per curarsi fuori dall’Isola, per poi rientrare. A fare la differenza può e dovrà essere la consapevolezza dei viaggiatori, tra siti internet e app, anche se tanti ancora si presentano al gate con il biglietto stampato su carta, meno avvezzi al web e i più penalizzati in caso di cancellazioni improvvise, specie se, come nel nostro caso, per eventi non dipendenti dalle compagnie aeree. «In teoria – spiega Alessandro Foti, avvocato esperto di diritto dei trasporti – il passeggero ha diritto alla notte di alloggio e ai pasti in attesa di essere imbarcato su un volo successivo. In teoria, perché con tutte le cancellazioni che ha avuto l’aeroporto di Catania, vedo molto difficile che nelle grandi città come Milano e Roma le low cost andranno a pagare l’albergo. Trattandosi di calamità naturale, in ogni caso le compagnie aeree non sono responsabili e, quindi, non sono tenute ad alcun tipo di risarcimento».
Confconsumatori
Ancora più chiaro è Carmelo Calì, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Confconsumatori: «Dopo l’ultima chiusura a noi nell’immediato si sono già rivolti almeno 200-300 passeggeri. Va precisato che in caso di cancellazione di voli la compagnia aerea deve offrire l’alternativa fra il rimborso, per intero, del biglietto non utilizzato o la riprotezione “appena possibile” su altri voli, e la scelta deve essere autonoma e libera del passeggero. Quando non lo fa, o addirittura propone l’acquisto di un nuovo biglietto, spesso a prezzi improponibili, viola il regolamento e, nel secondo caso, si tratta di pratica commerciale scorretta sanzionabile dall’Antitrust. Le stesse difficoltà sulle app per ottenere la riprotezione potrebbero portare ad un esposto, spesso le riprotezioni proposte sono incompatibili con le esigenze di chi deve partire, ad esempio noi abbiamo un caso di una proposta dopo 4 giorni, un espediente per scoraggiare la riprotezione, che prevede la copertura dei costi di alloggio e pasti, anche rimborsabili successivamente dietro presentazione di ricevute, che vanno sempre conservate».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA