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Dopo il video “sesso con piante”, ora ecco luminaria con scritta “Min…”: polemiche come ciliegie a Palermo

Di Redazione |

PALERMO – Sdoganata alcuni anni fa da una canzone di Giorgio Faletti, «Signor tenente», che all’inizio di ogni strofa utilizzava la parola dialettale «minchia», adesso il termine compare in una luminaria installata in via Alloro, a Palermo, dagli organizzatori di «Manifesta 12», la Biennale nomade europea in corso nel capoluogo siciliano nell’anno di Palermo Capitale della cultura.

Il consigliere comunale Sabrina Figuccia grida allo scandalo: «Come se non fosse bastata l’installazione “artistica” dell’amplesso di un tizio con un albero (video proiettato all’Orto botanico, sempre nell’ambito di Manifesta, ndr), arriva anche questa bella novità che, probabilmente, rispecchia la visione contorta di qualche “artista” foraggiato da fondi pubblici. «Stamattina – conclude Figuccia – in una lettera inviata al sindaco ho chiesto l’accesso agli atti per conoscere quanto è stata pagata questa installazione, chi ha sostenuto i costi e se Orlando ritiene che simili episodi facciano bene all’immagine della città».

Negli scorsi mesi ad alimentare polemiche era stata invece un’installazione video, con audio in cuffia, dell’artista cinese Zheng Bo dal titolo “Pteridophilia” sistemata nell’orto botanico di Palermo nell’ambito appunto della manifestazione internazionale d’arte «Manifesta» e in cui si vedevano scene «erotiche» tra l’uomo e le piante. 

«L’opera esplora il potenziale eco-queer – si leggeva nel cartello illustrativo dell’installazione, sistemata nell’Orto Botanico da metà giugno, quando è stata inaugurata la biennale di arte contemporanea nomade in corso a Palermo – e ritrae sette giovani che camminano in una foresta di Taiwan stabilendo un contatto intimo con delle felci. Fanno l’amore con le piante, percependone la morbidezza e il profumo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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