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Docente morta a Palermo, sequestrati gli organi

Di Redazione |

PALERMO – La Procura di Palermo, su istanza dei legali della famiglia, ha disposto il sequestro degli organi e di alcuni campioni prelevati dal corpo di Cinzia Pennino, la professoressa morta pochi giorni dopo la prima dose di vaccino AstraZeneca. Il provvedimento è del pm Giorgia Spiri, che ha nominato la professoressa Antonietta Argo e delegato la polizia per le indagini. I consulenti della famiglia sono Paolo Procaccianti e Lucio Di Mauro, rispettivamente dell’Università di Palermo e di Catania. Di Mauro è anche il medico legale di Stefano Paternò, il sottufficiale della Marina militare di Augusta, morto i primi di marzo dopo la prima somministrazione di AstraZeneca.

«Per quanto abbiamo ricostruito – commentano gli avvocati Raffaella Geraci e Alessandro Palmigiano – Cinzia Pennino era in ottima salute e risulterebbe evidente un rapporto causa-effetto tra il vaccino e la trombosi che ne ha causato la morte». In attesa di ulteriori sviluppi, emergono nuove vicende simili. Un’altra docente, la professoressa Rosaria Cortegiani, infatti, si è rivolta allo studio legale Palmigiano per un episodio che per fortuna ha avuto un epilogo diverso. La professoressa, lo scorso 12 marzo, ha ricevuto alla Fiera del Mediterraneo la prima dose di AstraZeneca, con una fiala appartenente al lotto ABV5811 (poi sequestrato). Dopo circa una settimana sono comparsi i primi sintomi, con un forte dolore e un edema alla gamba destra. La docente è arrivata al pronto soccorso del Civico il 26 marzo e da lì al Policlinico Paolo Giaccone. La diagnosi era di trombosi venosa profonda femoro-poplitea-tibiale posteriore destra, trombosi venosa giugulare destra, parziale trombosi della vena giugulare interna sinistra e un’embolia polmonare acuta bilaterale asintomatica.

«Il lotto in questione – spiega Alessandro Palmigiano – è stato sequestrato dal Nas il 15 marzo e poi sospeso da parte dell’Aifa. Dunque alla data di vaccinazione, il 12 marzo, c’erano già stati episodi di trombosi ed evidenze che potevano – o forse è più corretto dire dovevano – essere segnalate nei moduli per il consenso informato». La professoressa ha dato quindi mandato allo Studio Palmigiano di diffidare l’Aifa, l’azienda che produce il vaccino AstraZeneca, l’assessorato alla Salute della Regione Siciliana, l’Azienda sanitaria provinciale e l’Arnas Civico. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA