Notizie Locali


SEZIONI
Catania 17°

Cronaca

Dirigente Fn pestato, il pm: «Azione vigliacca». I legali dei due fermati: «Nessuna prova»

Di Redazione |

PALERMO – «La modalità dell’aggressione, nel senso del numero dei soggetti che vi hanno attivamente preso parte, il fatto di aver messo in totale inferiorità fisica la persona offesa a cui è stato calato sul viso un berretto di lana sia per renderla inoffensiva sia per impedirgli di riconoscere i suoi vigliacchi aggressori, la circostanza di aver addirittura legato col nastro adesivo le gambe di Ursino per impedirgli di scappare…non può far dubitare della sussistenza certa del dolo non delle lesioni ma del tentato omicidio».

Lo scrive la Procura nella richiesta di convalida del fermo di Giovanni Codraro e Carlo Mancuso, esponenti dei centri sociali finiti in manette per il pestaggio del segretario provinciale palermitano di Forza Nuova Massimiliano Ursino.

Il procuratore aggiunto Ennio Petrigni parla di «volontà di causare lesioni gravi con l’accettazione del rischio di lesioni letali».

Ai due, il pm contesta l’aver agito in circostanze tali da impedire la difesa privata e pubblica e i futili motivi. Dal provvedimento emerge che la ragazza coinvolta nel pestaggio, che è stata denunciata a piede libero insieme ad altre tre persone, avrebbe finto che si trattasse di uno scherzo e ripreso la scena col cellulare per simulare, appunto, davanti a eventuali passanti una bravata di amici. Quanto alle esigenze cautelari, per i due sussisterebbero sia il pericolo di fuga che quello di reiterazione del reato visto che entrambi hanno precedenti per crimini gravissimi commessi con violenza.

Tutte deduzioni contestate dalla difesa dei giovani fermati: «Contestiamo il capo di imputazione di tentato omicidio e anche le prove raccolte dalla Digos che non dimostrano che i due giovani fermati hanno preso parte all’aggressione», ha detto Giorgio Bisagna l’avvocato che assiste Giovanni Marco Codraro e Carlo Mancuso.

«Sono stato a trovarli in carcere. Sono sereni e attendono l’udienza di convalida del fermo – aggiunge Bisagna – Credo che in quella sede potranno essere chiarite le posizioni dei miei assistiti, fermati più per il clamore suscitato dall’aggressione che su prove raccolte che a mio avviso sono lacunose».

Giovanni Marco Codraro nel 2016 era stato arrestato a Cremona dove aveva partecipato ad una manifestazione dei centri sociali e dei comitati antifascisti ma poi venne assolto dal Gup dall’accusa di devastazione e saccheggio e condannato a 9 mesi di reclusione, pena sospesa, per resistenza a pubblico ufficiale. La sentenza è stata appellata. A Milazzo paese d’origine dello studente di Ingegneria a Palermo si tenne un corteo nel quale sfilarono centinaia di studenti che gli esprimevano solidarietà. Carlo Mancuso è stato coinvolto nelle indagini insieme ad altri 15 componenti dell’associazione «Spazio Anomalia» per danneggiamenti ai danni di esercizi commerciali a Palermo avvenuti nel corso di manifestazioni. E’ stato rinviato a giudizio insieme ad altri 123 attivisti No Muos, per le manifestazioni contro la base militare americana di Niscemi. Frequenta lo studentato occupato Malarazza ed è impegnato nella politica universitaria.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


Articoli correlati