Cronaca
“Diciotti”, Salvini indagato: gli atti potrebbero passare a pm di Catania
PALERMO – Il nodo della competenza territoriale è il tema più controverso del caso del ministro dell’Interno Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona aggravato, che si è posto sin dalla prima riunione informale del Tribunale dei ministri di Palermo stamane. E’ stata la stessa Procura a chiedere un chiarimento preliminare sul luogo in cui sarebbe partita l’eventuale condotta illecita di Salvini: le acque di Lampedusa, dove è cominciata l’operazione di salvataggio dei migranti, o il porto di Catania dove la nave Diciotti della Marina militare è rimasta alcuni giorni in attesa dell’ordine di sbarco dei migranti?
Nel primo caso la competenza sarebbe della Procura di Agrigento, che infatti ha svolto le indagini ipotizzando a carico del ministro vari reati reati: sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Scatterebbe la competenza della magistratura di Catania se invece dovesse emergere che proprio qui si sarebbe concretizzato il blocco dello sbarco.
Intanto si è appreso che c’è anche il comandante della nave Diciotti, il capitano di fregata Massimo Kothmeir, nell’elenco dei testi che la Procura di Palermo chiede al Tribunale dei ministri di sentire nell’inchiesta sul vicepremier Matteo Salvini. L’audizione di Kothmeir rientra nel filone di indagine che mira a ricostruire la «catena di comando» e i passaggi attraverso i quali sarebbe stato attuato il blocco dello sbarco dei migranti.
I magistrati del Tribunale dei ministri, presieduto da Fabio Pilato, hanno cominciato a esaminare da sabato gli atti trasmessi dalla Procura di Palermo, che li aveva ricevuti da quella di Agrigento. Salvini è l’unico indagato. Il suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi era indicato come indagato dal procuratore di Agrigento. Per la Procura di Palermo è invece un teste e come tale potrebbe essere sentito. La lista comprende anche i comandanti delle capitanerie di porto di Porto Empedocle e di Catania, il responsabile dell’ufficio circondariale marittimo di Lampedusa, il capo del Dipartimento delle libertà civili, Gerarda Pantalone, e il suo vice Bruno Corda.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA