Il gip di Messina ha convalidato i fermi dei 4 presunti scafisti accusati di avere condotto l’imbarcazione soccorsa dalla nave Diciotti della Guardia Costiera il 16 agosto e fatti sbarcare la scorsa settimana, a Catania. A tutti è stata applicata la custodia cautelare in carcere. I fermi sono stati disposti dalla Procura di Palermo, guidata da Francesco Lo Voi.
I quattro – tre egiziani e un bengalese – sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina e violenza sessuale.
Ciascuno dei profughi soccorso dalla nave Diciotti della Guardia costiera ha pagato per il viaggio una somma di denaro che varia dai duemila ai quattromila euro a persona. E’ quanto emerge dal provvedimento di convalida del fermo dei quattro scafisti finiti in carcere. Come scrive il gip di Messina, che ha convalidato il fermo della Procura di Palermo, le somme “erano organizzate agli organizzatori attraverso un meccanismo ben rodato: una volta caduti nelle mani dei loro aguzzini i migranti erano messi nella possibilità di contattare i propri parenti per comunicare loro che un referente del sodalizio si sarebbe presentato per riscuotere le somme dovute”, scrive il giudice.
“I trafficanti, armati, erano soliti picchiare brutalmente coloro che non riuscivano a procurarsi quanto richiesto”, scrive il gip. Il viaggio era iniziato nella notte tra il 13 e il 14 agosto scorsi nei pressi di Bine Walid, in Libia. “I migranti, circa 200 – scrive il gip – erano stati raccolti sulla spiaggia e quindi fatti salire su dei gommoni, a gruppi di circa venti persone, per essere condotti sul barcone in legno, ormeggiato al largo, su cui avevano affrontato la traversata in totale assenza di sistemi di sicurezza”.