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Dia, imprenditori messinesi in odor di mafia puntavano ad affari immobiliari a Milano

Giovanni Bontempo, già in carcere, e Francesco Scirocco, ritenuti legati al clan mafioso dei "Barcellonesi" di Messina, sono accusati inoltre di intestazione fittizia aggravata dall’aver agevolato Cosa Nostra

Di Redazione |

Puntava ad «espandersi» anche a Milano con un «grosso affare» con al centro una proprietà immobiliare di 2000 metri quadri nel quartiere di Bisceglie e con una importante «operazione» relativa a un edificio in Via Tertulliano, non molto distante da viale Umbria, Giovanni Bontempo, in carcere dallo scorso 18 luglio assieme a Francesco Scirocco, i due imprenditori ritenuti legati al clan mafioso dei “Barcellonesi” di Messina e accusati dalla Dda milanese di intestazione fittizia aggravata dall’aver agevolato Cosa Nostra.Gli interessi dell’imprenditoria siciliana «alla forte espansione immobiliare milanese» spuntano in alcune intercettazioni agli atti dell’indagine del pm Silvia Bonardi che ha acceso un faro sull’attività di Bontempo e Scirocco e sulla società, la Infrastrutture M&B, con sede nel capoluogo lombardo, e operativa in tutta Italia. I due avrebbero voluto entrare nel maxi appalto per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.

L’affare di Bisceglie, tra quelli che avrebbero potuto modificare il tessuto della città, è citato in alcune conversazioni tra novembre 2023 e gennaio 2024: ne parlano Bontempo e l’imprenditore edile messinese Francesco Arcovito, uscito con un’assoluzione da un processo per bancarotta, e noto alle cronache per la trattativa, poi fallita, per la vendita di Villa Mufarbi, a Taormina, a Silvio Berlusconi. All’operazione in zona Bisceglie, si evince dai dialoghi, avevano preso parte anche un architetto e un commercialista messinesi e un imprenditore romano coinvolto per «reperire i finanziamenti necessari». Ciò viene ritenuto un» segnale incontrovertibile che l’imprenditoria siciliana è direttamente interessata alla forte espansione immobiliare milanese.

I dettagli dell’operazione, poi non andata in porto, vengono a galla dalle telefonate. Bontempo dice al suo interlocutore «che ha concluso un grosso affare immobiliare riferibile all’acquisizione di una vasta proprietà (…) di 2000 metri quadri in una zona nella periferia ovest di Milano, quartiere di Bisceglie, finanziato da ‘un imprecisato fondò». Il 22 novembre dell’anno scorso Arcovito chiedeva se “verranno tipo villette o verranno appartamenti?». E Bontempo replicava: «no, tipo villette. (…) e poi su tre lati sei sul parco…”Gli interessi di Bontempo, che ha fatto ricorso al Riesame contro la misura cautelare, riguardano anche la zona Est di Milano. In una intercettazione con un commercialista messinese del 2 novembre scorso, si parlava anche «di una operazione immobiliare riferibile» in via Tertulliano, «una bella location” vicino a viale Umbria, con «1200 metri quadri da costruire». L’imprenditore, ora in carcere, domandava: «che c’è, da demolire, c’è già fabbricato o è terreno?» La risposta del professionista: «no, no, c’è un fabbricato sotto terra di 450 metri quadri e bisogna comprare la perequata (…) praticamente, tutto, è un milione e mezzo, diciamo (…) però, minchia, realizzi 8 milioni di euro».«Tale conversazione – si legge negli atti dell’indagine del pm Bonardi e condotta dalla Dia e dal Gico della Gdf – a prescindere da come siano andate le cose, dimostra sia la pronta disponibilità di fondi o comunque la facilità di reperimento, nonchè delle elevate proiezioni di guadagno».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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