MESSINA – L’ex deputatto del M5s Alessandro Di Battista verso il rinvio a giudizio per diffamazione nei confronti del deputato dell’Ars Luigi Genovese (Forza Italia), figlio del più noto e pluriinquisito Francantonio Genovese. Il Gip Messina ha infatti depositato il provvedimento con il quale ordina al Pubblico Ministero di formulare l’imputazione a carico di Di Battista che sarà dunque processato per dichiarazioni pronunciate contro Genovese Jr.
Di Battista, quando era deputato, in più occasioni e anche in tv ospite della trasmissione televisiva di Barbara d’Urso “Domenica Live”, nel periodo in cui si parlava dell’autorizzazione a procedere per il padre, ma anche della candidatura all’Ars di Luigi Genovese, secondo il legale di quest’ultimo «si rese autore di una vera e propria campagna diffamatoria» nei confronti del rampollo della potente famiglia messinese.
Il giovane Genovese sporse querela a Monza perché gli studi televisivi di canale 5 sono a Cologno, ma il pm di Monza trasferì il processo a Messina per competenza territoriale, avendo Di Battista pronunciato per la prima volta queste accuse durante un comizio nella città dello Stretto.
Il Pm di Messina ha chiesto per due volte l’archiviazione, ritenendo che le affermazioni di Di Battista, ancorché diffamatorie, fossero protette dalla cosiddetta immunità parlamentare. Luigi Genovese si è opposto all’archiviazione del procedimento, e questa settimana il Gip di Messina ha depositato il provvedimento con il quale ordina al Pm di formulare l’imputazione a carico di Di Battista che sarà dunque processato per le dichiarazioni pronunciate contro Genovese.
«La decisione del Gip di Messina è destinata a fare scuola in materia – ha detto l’avv. Luigi Scollo, legale di Genovese Jr -. Si tratta di un provvedimento che, oltre ad essere ineccepibile sul piano giuridico, rappresenta un faro di speranza contro l’imbarbarimento generale del dibattito pubblico che troppo spesso trascende ogni limite o, addirittura, come in questo caso, nella diffusione di notizie idonee a ledere l’onore e la reputazione altrui».
«Ero certo che sussistessero elementi sostanziali per considerare altamente diffamatorie quelle dichiarazioni nei miei confronti – ha invece affermato il giovane deputato regionale -. Il suo rinvio a giudizio può innescare un processo che va al di là della vicenda in sé, perché può restituire valore e dignità alle parole anche in quel “far west dialettico” in cui oggi è stato trasformato il dibattito politico. Una storia che mi auguro possa ridimensionare una tendenza deleteria e sempre più diffusa: quella secondo cui l’avversario politico è un nemico da abbattere con tutti i mezzi, anche i più infimi, addirittura attraverso la narrazione di “favole” in cui si mettono in scena personaggi mai esistiti».