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Deposito scorie nucleari, la Regione: ecco perché no in Sicilia

Di Redazione |

PALERMO – «Le quattro aree presentano caratteristiche fisiche, geomorfologiche, sismiche, culturali, infrastrutturali, ambientali e naturalistiche che risultano essere incompatibili con la proposta della loro individuazione quali possibili sedi del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi». È quanto si legge nella delibera approvata dal governo Musumeci che reputa «assolutamente non idonei» i quattro siti individuati dal Cnapi in Sicilia.

La linea del governo è stata ribadita stamani dall’assessore regionale all’Ambiente, Toto Cordaro, durante un’audizione in commissione Territorio dell’Assemblea siciliana. 

«La natura insulare, di per sé, rappresenta un elemento ostativo – sostiene il governo Musumeci . alla creazione di un Deposito di rifiuti nucleari» in Sicilia «in ragione del rilevantissimo rischio di incidente connesso al trasporto dei materiali radioattivi per via terra e per via mare».

La maggior parte dei rifiuti in questo momento, evidenzia l’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro, si trova al Nord. Il governo ricorda che nell’isola «sono stati riconosciuti sette siti Unesco e due geoparchi Unesco, di cui uno proprio nel Parco delle Madonie, territorio di Castellana Sicula e Petralia Sottana», due delle quattro aree individuate.

«Dei 67 siti individuati come potenzialmente idonei a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi che sorgerà in una di queste aree – evidenzia l’assessore Cordaro –  12 sono ritenuti “molto interessanti”, 11 “interessanti” e 44 “meno interessanti”: le quattro aree della Sicilia rientrano tra le “meno interessanti”». 

«Scorrendo l’elenco dei 67 siti – sottolinea infine Cordaro – con stupore abbiamo visto che manca il comune di Trino, nel Vercellese. Eppure i suoi amministratori avevano dato disponibilità, tempo addietro persino ad ospitare una centrale nucleare».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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