MARSALA
Denise, respinto il proscioglimento dell’ex pm Angioni: resta sotto processo
Sebbene nell'udienza di oggi avesse ritrattato, per il giudice monocratico di Marsala non lo ha fatto completamente
Il giudice monocratico di Marsala ha respinto la richiesta di proscioglimento dell’ex pm Maria Angioni, sotto processo per false informazioni al pubblico ministero. A sollecitare il proscioglimento del magistrato era stata la stessa Procura che ha sostenuto che l’imputata avesse ritrattato le dichiarazioni, rivelatesi false, che le erano costate l’incriminazione.
Angioni, che indagò sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, aveva denunciato falle e depistaggi nelle indagini sulla scomparsa di Denise. Oggi al termine di dichiarazioni spontanee e dopo aver visionato alcuni documenti dell’accusa ha detto di aver avuto ricordi falsati della vicenda. Per la procura sarebbe stata una ritrattazione: da qui la decisione di chiedere il proscioglimento.
Ma per il giudice, Angioni non avrebbe espressamente ritirato le sue accuse per cui il proscioglimento non sarebbe ipotizzabile. Continua quindi il processo all'ex pm che ne settembre 2004, era pm a Marsala e insieme all'allora procuratore capo di Marsala Antonino Silvio Sciuto e al collega Luigi Boccia fu uno dei primi magistrati a coordinare le indagini sulla scomparsa della bambina mazarese. Lo scorso 3 maggio, a seguito delle dichiarazioni rese in tv della Angioni (il magistrato ha parlato di tentativi di depistaggio e intralcio alle indagini), la Procura di Marsala la convocò come "persona informata dei fatti". Ai pm di Marsala, la Angioni avrebbe parlato di una rete di protezione intorno alla famiglia allargata Pulizzi-Corona. Ma alcune circostanze riferite dall'ex pm non sono state riscontrate negli atti dell'inchiesta e per questo il 4 giugno scattò un avviso di garanzia nei suoi confronti e il rinvio a giudizio.
«Non ho ritrattato. Con la decisione della giudice Montericcio di non accogliere la richiesta di proscioglimento, ho ottenuto il mio obiettivo, che è quello di perseguire la verità nel caso Denise, per il quale, di recente, credo di aver fornito importanti spunti investigativi, come quello dell’acquisto di sim telefoniche da un negozio di Terni, del quale non figura indirizzo e partita Iva, utilizzate l'1 settembre 2004 da persone, una anche molto importante, che potrebbero avere avuto un ruolo nel sequestro della bambina. E il tracciato di una queste sim, il giorno della scomparsa, è compatibile con la zona del sequestro e le vie di fuga dalla città», ha precisato fuori dall’aula del Tribunale di Marsala, l'ex pm Maria Angioni.
Sono stati ammessi l’ex procuratore della repubblica di Marsala Antonino Silvio Sciuto, l'ex sostituto Luigi Boccia, che insieme alla Angioni furono tra i primi a indagare sulla scomparsa della bambina da Mazara del Vallo l’1 settembre 2004; gli allora consulenti della Procura marsalese Luigi Simonetto, Paolo Agate e Gioacchino Genchi, l'allora dirigente del commissariato di polizia di Mazara, Antonio Sfamemi, e l’allora fidanzata (poi) Stefania Letterato, che era amica di Anna Corona, madre di Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise, processata e assolta per concorso nel sequestro. E ancora: due marescialli dei carabinieri, Lombardo e Di Girolamo, Piera Maggio e Giovanni Caravelli, direttore dei servizi segreti (Aise) e il giornalista Angelo Maria Perrino, direttore di «Affaritaliani». Il giudice Montericcio non ha, invece, ammesso, perché presentata fuori tempo massimo, una seconda lista presentata dalla difesa, nella quale figurava anche il nome dell’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta. Quest’ultimo, ha spiegato la Angioni, «ai primi del 2005 era presente a Palazzo Chigi, mi ha riferito l’avvocato Giacomo Frazzitta, quando Piera Maggio, in qualità di parte offesa, e il suo legale furono convocati per chiedere loro 'spiegazionì sui 'problemì tra la Procura di Marsala e la polizia». I magistrati, infatti, avendo indagato su alcuni poliziotti del commissariato di Mazara, poi condannati, e sulla base di alcune intercettazioni non si fidavano della polizia e affidarono le indagini sul sequestro Denise alla sezione di pg dei carabinieri della Procura. All’incontro romano sarebbe stato presente anche l’allora capo dello Sco, Carluccio. La prossima udienza del processo alla Angioni sarà il 14 febbraio. Tra i testi citati per quella data il pm Luigi Boccia. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA