PALERMO Ripartono esattamente da dove erano cominciate 17 anni fa le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone, la bambina rapita davanti alla sua abitazione a Mazara Del Vallo. E ripartono ancora una volta dalla principale indiziata, Anna Corona – ex moglie di Pietro Pulizzi, attuale marito di Piera Maggio e padre biologico di Denise – la cui posizione era già stata archiviata.
La donna è la madre di Jessica Pulizzi, processata e assolta in via definitiva dall’accusa di sequestro di persona. Adesso Anna Corona sarebbe nuovamente indagata per lo stesso reato insieme a un altro personaggio già coinvolto inizialmente nelle indagini, Giuseppe Della Chiave. La notizia della loro iscrizione nel registro degli indagati è stata data nel corso della trasmissione Quarto Grado, andata in onda su Rete 4. L’indiscrezione non ha trovato conferme ufficiali dalla Procura di Marsala, che nei giorni scorsi aveva riaperto l’inchiesta e che sta nuovamente analizzando alcune intercettazioni.
Le indagini si erano subito concentrate su Anna Corona dopo che la mamma di Denise, Piera Maggio, aveva rivelato agli inquirenti che la bimba era figlia naturale di Piero Pulizzi e non del marito Toni Pipitone. Proprio per questo motivo sia l’ex moglie di Pulizzi sia la figlia Jessica avrebbero nutrito un forte risentimento nei confronti della donna, ritenuta responsabile della fine del matrimonio.
Gli investigatori erano subito andati nell’abitazione di Anna Corona per un sopralluogo, ma incredibilmente la donna li aveva ricevuti nell’appartamento di una vicina di casa al piano terra, mentre lei abitava al primo piano. Quell’edificio di via Pirandello è stato ispezionato solo nei giorni scorsi, 17 anni dopo il sequestro, alla ricerca di una stanza segreta o di una botola dove la bimba potesse essere stata nascosta.
Davanti ai giornalisti che in questi giorni sono tornati nuovamente a intervistarla Anna Corona si è difesa sostenendo di essere vittima di un «processo mediatico» ed ha aggiunto: «Io e le mie figlie ci possiamo permettere di camminare a testa alta a Mazara del Vallo, non abbiamo nulla da nascondere e nulla da farci perdonare». E il suo legale, l’avvocato Gioacchino Sbacchi, che è stato anche difensore di Giulio Andreotti, dice di avere appreso la notizia della presunta iscrizione nel registro degli indagati dalle televisioni. «A noi non risulta. Chiederemo ufficialmente alla Procura se effettivamente sono state riaperte le indagini».
Giuseppe Della Chiave, altro personaggio già finito nell’inchiesta, è nipote di Battista Della Chiave, il testimone sordomuto, oggi deceduto, che aveva rivelato di aver visto la piccola Denise in un capannone di Mazara del Vallo in braccio al nipote. Secondo il racconto di Battista Della Chiave, la bimba dopo essere stata rapita sarebbe stata portata con un motorino verso un molo, avvolta in una coperta, prima di essere caricata su una barca. La testimonianza di Della Chiave, raccolta dall’avvocato Giacomo Frazzitta, legale della famiglia di Denise, era stata aspramente contestata dai suoi familiari che avevano sostenuto come l’uomo non conoscesse il linguaggio dei segni. Davanti ai magistrati, con l’ausilio di un consulente, il testimone si era poi avvalso della facoltà di non rispondere.
Nei giorni scorsi l’avvocato Frazzitta ha ricevuto una lettera anonima, consegnata alla Procura di Marsala, nella quale un testimone oculare riferirebbe di avere visto Denise in auto con altre persone, poco dopo il rapimento: «Piangeva, gridava “aiuto mamma”. Sono sicurissimo al cento per cento di quello che ho visto» avrebbe scritto l’anonimo aggiungendo di «non avere parlato prima per paura». Frazzitta non ha voluto commentare in alcun modo la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati di Anna Corona e Giuseppe Della Chiave, esprimendo tuttavia il suo sconcerto «per una violazione del segreto istruttorio che rischia di danneggiare le indagini». Il legale non vuole sentire parlare di una svolta: «L’unica svolta che ci attendiamo – spiega – è il ritrovamento di Denise».