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Denise, carabiniere teste smentisce ricostruzioni dell’ex pm Angioni

La pm, oggi in servizio a Sassari, è indagata per false informazioni nell’ambito delle nuove indagini aperte dalla Procura sul caso della scomparsa della bimba a Mazara del Vallo

Di Redazione |

«Anche nei primi mesi del 2005, almeno fino ad aprile, il pm Maria Angioni continuò ad affidare deleghe di indagini e intercettazioni al commissariato di polizia di Mazara del Vallo nell’ambito dell’inchiesta sulla sparizione di Denise Pipitone». Lo ha detto, carte alla mano, il luogotenente dei carabinieri Antonio Colucci, dai primi anni 2000 fino ad oggi in servizio alla sezione di pg della Procura di Marsala, rispondendo alle domande del pm Roberto Piscitello nel processo che vede imputata la Angioni, attualmente giudice a Sassari, per false informazioni al pm nell’ambito delle nuove indagini aperte dalla Procura sul caso Denise. 

Quando, circa un anno fa, Maria Angioni fu ascoltata dai pm di Marsala, dopo avere contribuito alla riapertura delle indagini sul sequestro, riferì che un mese dopo aver avuto l'incarico di indagare sulla scomparsa di Denise aveva tolto le indagini alla polizia di Mazara, per affidarle ai carabinieri, in quanto si nutrivano timori sulla fedeltà di alcuni poliziotti. E sul punto, dopo il luogotenente Colucci, che ha smentito le affermazioni dell’imputata affermando che per diversi mesi la pm aveva continuato a indagare servendosi della polizia, è stato ascoltato il pm Luigi Boccia, che fu il primo ad indagare sul rapimento della bambina, poi affiancato dalla Angioni. Al magistrato, il pm Piscitello ha chiesto se l’imputata, a suo tempo, gli manifestò sospetti sulla polizia di Mazara. «No, che io ricordi» ha risposto Boccia, che a fine dicembre 2004 lasciò Marsala per la Procura di Pistoia, dove tutt'ora presta servizio. Il teste ha poi escluso categoricamente che la Procura di Marsala avesse dubbi sulla fedeltà della polizia.   A fine udienza, Maria Angioni, difesa dagli avvocati Stefano e Andrea Pellegrino, ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee. «Lo scorso anno intendevo dire che non diedi più incarichi alla polizia intorno a metà maggio 2005, anche se qualcosina continuai a delegare per non destare sospetti, dopo che venni a sapere che Piera Maggio e il suo legale Frazzitta erano stati convocati a Palazzo Chigi e che era stato loro chiesto che problemi c'erano tra la Procura di Marsala e la polizia di Mazara».   Alla prossima udienza il pm ha citato come testi Giuseppe Linares, ex capo della Mobile di Trapani, e Vittorio Pisani, ex dirigente presso lo Sco.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA