“Delfo” Amarindo, l’uomo che gestiva i contatti tra i Leonardi e il clan Nardo sul bar dello stadio

Di Redazione / 04 Giugno 2020

Nell’inchiesta che ha travolto il gruppo Leonardi e la Sicula Trasporti ci sono anche connessioni con i clan mafiosi. In particolare, secondo la Procura “una stabile e compiacente relazione finanziaria tra il gruppo imprenditoriale dei Leonardi ed alcuni esponenti del clan Nardo” tra i quali Angelo Randazzo e Alfio Sambasile entrambi già condannati per 416 bis ai quali Antonino Leonardi faceva pervenire, durante le festività, somme in contanti di 5.000 euro tramite il suo collaboratore “Delfo” Amarindo.

Quest’ultimo era il trait d’union tra i Leonardi e il Clan Nardo. Amarindo era l’uomo che raccontava agli affiliati del clan e le volontà del boss recluso Alfio Sambasile.

“Delfo” Amarindo è risultato infatti decisivo quando è necessario decidere a chi assegnare la gestione del bar dello Stadio della “Sicula Leonzio. è Amarindo che viene incaricato da Antonello Leonardi di veicolare il messaggio che il chiosco non sarebbe stato affidato a nessuno dei gruppi criminali pretendenti e che gli stessi sarebbero stati “ripagati” per il mancato introito con le dovute regalie. Antonino Leonardi e suo figlio erano ben consapevoli, in quel frangente, quali rischi corressero nel concedere quell’attività a figure orbitanti negli ambienti di criminalità organizzata.

Nel ricostruire la personalità di Amarindo, la Procura scrive che avrebbe anche fornito «supporto logistico alle figlie del boss Alfio Sambasibile, del clan Nardo, accompagnandole a proprie spese ai colloqui col padre nel carcere di Catanzaro». Inoltre era lui, sostiene l’accusa, a consegnare «5.000 euro in contanti per conto di Nino Leonardi per le feste a esponenti del clan Nardo, come Angelo Randazzo e Alfio Sambasile, già condannati per associazione mafiosa».

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