Dall’Ue fondi per completare la metro di Catania: ed ecco svelata la grande stazione di Monte Po

Di Cesare La Marca / 02 Aprile 2019

BRUXELLES – Si completa il «grande progetto» della linea ferroviaria Circumetnea di Catania, che ha ottenuto lo stanziamento di oltre 358 milioni di euro di fondi Ue per la costruzione di quasi 7 km di rotaie, otto nuove stazioni e l’acquisto di nuovi treni, che consentiranno di arrivare direttamente in aeroporto dal centro città. Lo ha annunciato la Commissione europea, che ha incluso il progetto siciliano fra i 25 svelati oggi per un valore di 4 miliardi di euro, che raddoppiano se a questi si aggiunge il cofinanziamento nazionale.

I 6,8 km della nuova linea ferroviaria saranno sotterranei e faranno parte della linea metropolitana della Fce e, nelle intenzioni della Commissione, serviranno a «ridurre la congestione delle strade, le emissioni di CO2 e di altri inquinanti atmosferici, l’inquinamento sonoro e gli incidenti stradali, promuovendo un modello di trasporto intermodale e migliorando l’efficienza della rete ferroviaria». Il valore totale del progetto è di 611,6 milioni di euro.

Il progetto comprende anche l’acquisto di materiale rotabile del valore di circa 60 milioni di euro, materiale che sarà necessario proprio per completare la linea della Circumetnea sino all’aeroporto, che dovrebbe essere collegato direttamente con il centro storico di Catania e più precisamente con la stazione Stesicoro.

Con l’approvazione di questo progetto si delinea la fine di una storia ventennale, cominciata già nel periodo di 2000-2006, quando arrivarono i primi finanziamenti europei per la costruzione della linea ferroviaria Circumetnea. Oggi la parte funzionante della metropolitana permette di arrivare fino a Piazza Stesicoro. Sono cominciati i lavori fino a piazza Palestro «ma sono previste solo le opere civili. Con questo nuovo finanziamento riusciremo a collocare i binari e le attrezzature necessarie, e a realizzare il tratto mancante fino all’aeroporto», spiega l’assessore ai trasporti della Regione Sicilia Marco Falcone, presente a Bruxelles per l’annuncio dell’approvazione del “grande progetto” insieme al sindaco di Catania Salvo Pogliese. 

«Questa opera permetterà di fare un salto di qualità alla città di Catania – sottolinea Falcone – oggi c’è una grande sinergia fra il governo regionale, quello di Catania e la Commissione europea. Abbiamo un orizzonte temporale di 5 anni per realizzare quest’opera, siamo convinti che finiremo in anticipo rispetto al 2025».

«Quella di oggi è una notizia che aspettavamo da tanto tempo, era l’ultimo passo di un percorso qualificante rappresentato dall’infrastruttura più importante per il nostro territorio», dichiara il sindaco Pogliese. «Proprio la mancanza del collegamento con l’aeroporto, nonostante questo abbia 10 milioni di passeggeri l’anno, aveva determinato per quest’ultimo l’esclusione dalle grandi reti di trasporto europee Ten-T», evidenzia il primo cittadino, «certamente questo è un progetto con radici antiche, durante la sua realizzazione si sono alternate varie amministrazioni. Nessuno deve ascrivere a se stesso il merito definitivo. Credo che sia la vittoria di tutta la città grazie a una sinergia con tutte le istituzioni che hanno collaborato, in primis la Regione siciliana».

 

Dentro la grande stazione di Monte Po

Intanto siamo entrati in esclusiva nella stazione della metropolitana di Monte Po, la più grande tra quelle della metropolitana a Catania, con 3 livelli e spazi “aperti” e fruibili. Non ci sono rumori, per il momento, e ancora neanche binari, tutto è come sospeso nella lunghissima galleria già scavata sui due fronti che corrono verso il polo commerciale di Misterbianco, da un lato, e verso Catania in direzione opposta, a poche centinaia di metri da quella fermata “Fontana” che con un sottopassaggio collegherà la metro all’ospedale Garibaldi, a brevissima distanza.

In mezzo c’è l’enorme cantiere dove senza l’intoppo della crisi di Cmc saremmo alla fase dei collaudi, e questo fa rabbia, per ora c’è una rinnovata speranza dopo il grande timore di un blocco, e l’enorme sagoma della stazione Monte Po, tre livelli con una estesa area di superficie che guarda l’Etna e che sarà facilmente fruibile con verde e arredi, e le sue strutture in cemento ferro e acciaio già definite, con le scale mobili e le banchine che s’“intravedono”, mentre siamo in linea d’aria a ottanta metri di distanza dalla piazzetta di questa periferia a ovest della città, destinata a essere ben più importante di un anonimo slargo di quartiere; perché nulla sarà più come prima, nel popoloso Monte Po e non solo, quando due sottopassaggi pedonali lo collegheranno alla stazione con una ricucitura urbanistica che annullerà la divisione dell’asse stradale della circonvallazione, consentendo di attraversare in sicurezza e raggiungere uno spazio pubblico che sarà il vero punto di riferimento dell’area a ovest di Catania.

Non ci sono rumori, ancora, ma la speranza è che al più presto e comunque entro fine aprile gli operai possano tornare al lavoro a pieno regime, per effetto di quel tavolo di concertazione coordinato dalla Prefettura che ha permesso con la collaborazione di sindacati, impresa Cmc e Circum di trovare vie d’uscita possibili in una situazione estremamente complessa, perché questa è l’infrastruttura che aggiunge un enorme valore aggiunto alla metropolitana sullo snodo ovest cruciale tra il capoluogo e Misterbianco, e in prospettiva Paternò, e non può correre il rischio di passare alla storia come una “Tav dell’Etna”, perché c’è un territorio al collasso che non può permetterselo.

«Si tratta di un’opera di enorme valenza strategica per l’intera metro che darà una svolta a tutta l’area ovest della città», spiega il direttore generale della Fce ingegnere Salvo Fiore. «Siamo davanti a una stazione che per ampiezza e concezione degli spazi sarà a livello di una grande città europea, e che sarebbe stata a quest’ora quasi pronta senza i noti problemi. Ci sarà una navetta che collegherà l’intero quartiere di Monte Po alla vicina piazzetta, e dunque la ricaduta sarà enorme per la riqualificazione di questa periferia, peraltro da parte nostra abbiamo premiato proprio i progetti che mirano al risanamento dei quartieri, come è stato fatto a Napoli».

Intanto si sono compiuti i primi passaggi previsti dal tavolo prefettizio che dovranno portare a una ripresa dei lavori. «Abbiamo pagato il Sal da 4,3 milioni come ci eravamo impegnati in Prefettura – aggiunge il dg della Circum – e l’impresa si è impegnata a tornare a lavorare a pieno regime entro fine aprile, dopo aver pagato i subappaltatori. Se non ci saranno ulteriori problemi entro fine anno potremmo giungere alla conclusione dei lavori, e nei primi tre mesi del 2020 potremo mettere l’opera in esercizio, dopo le verifiche e i collaudi. Questo perché i lavori sono quasi al 70%, la galleria è finita e le strutture sono definite, tecnicamente i tempi in queste condizioni sono certi, sempre che non ci siano altre difficoltà con l’impresa».

«I solai sono realizzati in modo da prendere la luce naturale, e tutti gli spazi sono visibili, per dare un senso di maggiore sicurezza», evidenzia il Rup dei lavori architetto Antonio Trapani. Un percorso pedonale delimitato collegherà inoltre la stazione a corso Carlo Marx. Non resta che incrociare le dita, sperando che gli operai tornino al più presto al lavoro nella grande stazione di Monte Po tra Catania e Misterbianco.

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Redazione
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