CATANIA – C’era una volta San Berillo. Oggi c’è ancora, in verità, ma quella sorta di casbah del sesso a pagamento che chi ha superato gli “anta” ricorderà sicuramente, beh, diciamolo pure, ormai non esiste più. Sì, è vero, le stradine interne dell’agglomerato di case racchiuso fra le vie Ventimiglia, di Sangiuliano, Coppola e Di Prima continuano ad ospitare ancora adesso alcune “alcove” prevalentemente utilizzate da trans o da attempate signore, ma niente a che vedere con quel “carrozzone” a luci rosse in cui sudamericane e africane, certamente sfruttate così come lo sono oggi a Catania e altrove, facevano capolino davanti alle porte delle loro stanzette, là dove in tanti passavano con le autovetture anche soltanto per dare un’occhiata e fuggire via. Provocando, però, file, caos e strombazzamenti.
E’ cambiata in meglio la situazione per gli abitanti di San Berillo? Difficile dirlo, perché oggi che non ci sono più le alcove delle prostitute, le emergenze sono diventate altre. Come lo spaccio di stupefacenti, controllato da giovani migranti, ma anche l’abuso di sostanze alcoliche, le risse e qualche episodio di microcriminalità.
E le “lucciole”? Dove si sono spostate? Esercitano ancora in strada oppure siamo passati all’evoluzione del “mestiere più antico del mondo”? Diciamo che la verità sta nel mezzo. Nel senso che a San Berillo è ancora possibile imbattersi in alcune “signorine discinte” che attendono i loro clienti lungo la strada, ma il “grosso” del contingente di “lucciole” che esercitano sulla pubblica via qui a Catania – meno rispetto a un tempo, a onor del vero – si è spostato altrove: agli angoli del corso Martiri della Libertà, nella zona del Passiatore, in quella del Faro Biscari. Un’area, questa, interessata anche dalla prostituzione omosessuale, che spesso riserva sgradite sorprese agli improvvidi clienti, picchiati e rapinati.
Da sottolineare che in queste zone non sono più le africane e le sudamericane ad esercitare, bensì le ragazze provenienti dall’Est europeo: romene, bulgare, moldave…. Le stesse in cui è possibile imbattersi, durante la sera, lungo la circonvallazione, nel tratto che va dal cavalcavia di Ognina – poco dopo, in effetti – fino alla rotatoria di Nesima. Inutile dire che durante il giorno tali aree vengono “sgomberate” e alcune prostitute si trasferiscono sulla Catania-Gela o nella strada per Lentini, ma non appena il sole cala, le ragazze fanno rientro in città.
In città, là dove si lavora alacremente anche a casa. Oppure, come hanno dimostrato i ripetuti blitz della polizia nei mesi passati, in centri benessere che altro non sono se non coperture più o meno legali per quelli che potremmo definire senza tema di smentita veri e propri bordelli.
La prostituzione 2.0 passa anche da questo. Ed è indiscutibile che trovi adeguati supporti proprio nella “rete”. Sul web pullulano, infatti, i siti con inserzioni di escort di alto bordo, che annunciano la loro presenza in città per brevi periodi e che lasciano intendere di avere spazio soltanto per clienti “generosi”. Poi ci sono anche altre bacheche, in cui l’annuncio è relativamente più discreto ma in cui non bisogna sforzarsi troppo per comprendere, ad esempio, che quel numero di “rose” richieste per il primo appuntamento non rivela alcun genere di romanticismo, ma serve prevalentemente a chiarire quanto verrà chiesto al cliente per consumare il rapporto sessuale a pagamento.
Rapporti sessuali che, come detto, vengono consumati in tanti centri benessere sparsi per la città. In questo caso le “estetiste” o le “massaggiatrici” sono prevalentemente italiane, oppure orientali. Quando i poliziotti del commissariato “Borgo Ognina” hanno fatto irruzione in tali attività, beh, nessuna delle donne controllate possedeva un titolo di abilitazione per eseguire i massaggi. E forse, ai clienti, di queste attestazioni non interessava un fico secco. Per loro, dopo avere sborsato in media una trentina di euro ad incontro, era importante ciò che concludeva il massaggio più o meno improvvisato: l’happy ending, lo definiscono gli inglesi, il “finale felice”. Facile capire perché….