Da Nina Moric a Belen fino ai giornalisti, Fabrizio Corona contro tutti in aula davanti ai giudici

Di Redazione / 11 Aprile 2017

MILANO – «Penso che sia stato il fidanzato della mia ex moglie Nina Moric». Così, per la prima volta, Fabrizio Corona, rispondendo stamani alle domande del giudice Guido Salvini nel processo milanese per gli ormai noti 2,6 milioni di euro in contanti trovati nel sottotetto di un suo appartamento, ha indicato in Luigi Favoloso il suo «sospettato» per l’episodio della bomba carta che esplose, nella notte tra il 15 e il 16 agosto scorso, sotto la sua abitazione. Fatto da cui poi scaturì l’inchiesta che ha portato a trovare i soldi “cash” dell’ex “re dei paparazzi” anche nascosti in un controsoffitto.

 
Il «movente» di quell’attentato ai suoi danni, secondo Corona, «era quello di ottenere la custodia del minore e toglierla a me, perché così si sarebbe dimostrato che vivevo in una situazione di pericolo e mio figlio non poteva stare con me». 

 

Il giudice Salvini, che ha voluto fare delle domande di precisazione dopo l’interrogatorio della scorsa udienza, ha chiesto a Corona perché non avesse mai parlato prima dei suoi sospetti su Favoloso (definito dall’ex agente fotografico anche «pazzo e psicopatico») e l’imputato ha risposto: «Non me l’hanno mai chiesto il nome del sospettato. Si poteva scoprirlo anche il movente, bastava fare le indagini».

 

Corona ha anche legato questo attentato e i suoi sospetti ad una «informativa riservata che era arrivata, guarda caso, ai giudici dei minori». Favoloso, a suo dire, tra l’altro, «prima della bomba carta aveva fatto anche delle telefonate minacciose» a Francesca Persi, collaboratrice di Corona e imputata. E, sempre stando alla versione di Corona, «dopo la bomba ha detto a mia madre che la prossima che avrebbe avuto un attentato sarebbe stata lei».

 

All’inizio dell’udienza, invece, l’ex “fotografo dei vip” originario di Catania se l’è presa con i giornalisti «a cui interessano solo le cavolate e non conoscono nulla», a proposito delle notizie sulle sue affermazioni in aula nella scorsa udienza, quando aveva raccontato di aver fatto parte del “nero” nel periodo in cui era legato a Belen Rodriguez. Il presidente del collegio è dovuto intervenire per dire che «i cronisti giudiziari meritano rispetto per il loro lavoro».

 

 

 All’epoca della relazione con Belen Rodriguez «io facevo nero, io trasformavo in oro tutto quello che toccavo, io ero una macchina da soldi. E lei, rispetto a me, non aveva un euro»ha detto Corona per spiegare meglio alcune affermazione che Corona aveva fatto la scorsa settimana.

 

Corona ha precisato che il paragone con la «coppia sfrontata» Bonnie e Clyde – che lui stesso aveva fatto nell’udienza precedente – «era una metafora, non era detto in senso criminale, non rubavo i soldi assieme a Belen, io facevo il “nero”, non Belen». L’ex fidanzata, che è testimone nel processo, «noi l’abbiamo chiamata – ha aggiunto – a rispondere alla domanda “Corona guadagnava tanti soldi in nero?” e lei dirà “sì”».

 

Ha raccontato, inoltre, parlando di sé in terza persona, che «Fabrizio Corona è un personaggio unico». E ancora: «Se io ho un contratto per un’ora per una serata, arrivo mezz’ora dopo e sto dieci minuti, fumo una sigaretta e me ne vado e tanto mi richiamano lo stesso perché alla gente piace così». In questo modo riusciva ad incassare anche «190 mila euro al mese di “neeo”» per le ospitate nei locali. «Se io non fossi sceso di casa quel maledetto 16 agosto – ha aggiunto tornando all’episodio della bomba – non avrei perso sette mesi di vita, avrei dichiarato gli 800mila euro (i soldi in Austria, ndr) e avrei usato gli 1,8 milioni del controsoffitto per risolvere altri problemi della Fenice», una delle sue società.

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