Cuginetti travolti dal Suv: Vittoria una città sconvolta che ora pretende giustizia per Simone e Alessio

Di Redazione / 12 Luglio 2019

VITTORIA – Rabbia e dolore a Vittoria dopo la tragedia di ieri sera, causata da un automobilista pirata alla guida di un Suv che ha falciato due bambini che giocavano davanti l’uscio di casa. La morte di Alessio D’Antonio, 11 anni, il ferimento del cuginetto, Simone, che lotta tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione pediatrica del Policlinico di Messina dopo che gli sono state amputate le gambe, ha gettato nello sconforto due famiglie, la scuola frequentata dai due bambini e l’intera città.

Simone e Alessio, coetanei e inseparabili, sono figli di due fratelli operai di Vittoria. I due cuginetti erano soliti giocare insieme con lo skateboard, come ricorda un vicino di casa ancora sotto choc per la scena cui ha assistito ieri sera.

Simone e Alessio erano insieme anche a scuola, la quinta elementare dell’Istituto comprensivo «Portella della Ginestra». «E’ un dolore immane – dice la dirigente scolastica, Daniela Mercante, -. Tutta la nostra comunità scolastica è in lacrime. Siamo vicini alle due famiglie in questo momento di profondo dolore».

Durante il periodo estivo i due cugini frequentavano il Grest organizzato dalle parrocchie iblee. Oggi le attività sono state sospese e Alessio verrà ricordato dal vescovo di Ragusa Carmelo Cuttitta durante un raduno di tutti i gruppi parrocchiali della diocesi, mentre, si pregherà per Simone.

Tutta la città è sconvolta: l’ex sindaco di Vittoria Giovanni Moscato (il Comune attualmente è retto da tre commissari ndr) chiede giustizia e pene severe per il responsabile di questa tragedia, Rosario Greco, 37 anni, pregiudicato, arrestato con l’accusa di omicidio stradale, che davanti agli inquirenti ha ammesso di essere ubriaco e di avere assunto cocaina.

«La nostra comunità – dice Moscato – si stringe attorno alla famiglia. Il nostro pensiero e le nostre preghiere sono rivolte anche al piccolo Simone che sta lottando per la vita. Nessuno ci restituirà il piccolo Alessio, nessuno ridarà i suoi sorrisi alla famiglia, nessuno ridarà serenità ai suoi genitori ma certamente loro su tutti hanno diritto ad una giustizia inflessibile: pene severe e certe. Senza se e senza ma. La nostra città non può essere ostaggio di criminali di questo genere e non può accettare di vivere nel terrore».

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