SICCITÀ
Crisi idrica, anche a Catania l’incubo dei turni dell’acqua: «Piogge finora insufficienti per riempire le falde»
Nonostante le riserve dell'Etna, Sidra e Acoset confermano la riduzione delle risorse e le criticità
Il nuovo anno non ha fatto quasi in tempo a iniziare – e la nuova governance di Sidra a insediarsi – che già in città è tornata la temuta pratica di «turnazione del servizio idrico». Per ora, come si legge sul sito della azienda partecipata del Comune, si parla di una generica «carenza di risorse idriche», di una «criticità che interessa principalmente l’area centro orientale» con, a seconda delle zone, «bassa pressione o assenza di fornitura nelle ore diurne, sospensione a giorni alterni dalle 21,30 alle 6,30», mentre «nell’area centro occidentale verranno eseguite turnazioni occasionali, una – due volte la settimana, con sospensioni dalle 22,30 alle 6,30».
«Non è una emergenza, se paragonata a turni di acqua ogni dieci giorni», commenta a La Sicilia il direttore della protezione civile regionale Salvo Cocina, certo alle prese (e non da oggi) con le situazioni ben più critiche in atto nella parte occidentale dell’Isola.
Ma, evidentemente, diventa una situazione potenzialmente spinosa considerando che alle nostre latitudini disponiamo della preziosissima falda acquifera dell’Etna che, in teoria, dovrebbe privilegiarci. Salvo abbassarsi periodicamente e non aver pensato alle reti di collegamento (e loro manutenzioni) con le diverse zone da rifornire, non tutte raggiungibili dai pozzi privati (alternativa a cui spesso si ricorre per compensare).
Non solo Sidra: a confermare l’abbassamento della falda idrica, e avrebbe dovuto essere un campanello d’allarme, sono i disservizi comunicati in questi giorni da Acoset per alcuni Comuni del nord ovest della provincia.
«Le piogge che si sono verificate a ottobre e dicembre – commenta il professore Giuseppe Cirelli, docente di idraulica agraria e sistemazioni idraulico forestali dell’Università di Catania – non sono state sufficienti a colmare il deficit idrico dei livelli di falda.
«Le piogge tra l’altro si sono concentrate maggiormente nella fascia jonica tra Acireale e Messina. Sidra preleva prevalentemente da acquiferi che non sono stati interessati da fenomeni importanti di ricarica, la stessa criticità mi è stata segnalata anche dall’Acoset per gli acquiferi della zona situata tra Bronte e Adrano».
Appunto, Bronte: proprio lì nell’edizione del giornale di ieri, si segnalava la situazione più drammatica in una zona del centro, rimasta senz’acqua da giorni.
Può incidere, chiediamo a Cirelli, la situazione “colabrodo” delle reti che, secondo il report di “Ecosistema urbano” stilato da Legambiente e Ambiente Italia, per la rete catanese attesta perdite tra il 50 e 60 per cento dell’acqua trasportata?
«Se le reti perdono – è la risposta – e le falde si abbassano nel breve periodo, non ci sono alternative alla turnazione». Falde che, secondo gli esperti del settore, nonostante piogge e nevicate impiegano settimane o mesi per riempirsi.
Il silenzio
Nel capoluogo, da Palazzo degli Elefanti e fino a ieri, il silenzio ha regnato sovrano. Se, a fronte della situazione in atto, è la commissione consiliare Partecipate a stare valutando l’anticipo dell’audizione della nuova governance di Sidra (fissata per il prossimo 28 gennaio), è uno dei suoi componenti, Matteo Bonaccorso (Pd) a definire «inammissibile la decisione delle turnazioni da parte di Sidra, di impatto per la città, in completa autonomia, senza prima discuterne i motivi e senza concertazione».
«La crisi idrica – rilevano Giolì Vindigni e Marcello Failla, Sinistra italiana – che va avanti da due anni, è arrivata alle falde dell’Etna perché non si è fatto nulla per rimuovere le criticità: gravi le responsabilità di Sidra destinataria di ingenti finanziamenti dal Pnrr, 31 milioni di euro, e Acoset, 16 milioni di euro, per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione; gravi le responsabilità del sindaco Enrico Trantino, che ha assistito passivamente alla graduale riduzione della portata dei nostri pozzi idrici senza prendere nessuna iniziativa.
«Se a gennaio la situazione è già questa, significa che la prossima estate la passeremo con autobotti e rubinetti a secco?».
Per ora, come Sidra consiglia, «si invita a un uso razionale e parsimonioso della risorsa acqua».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA