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Crisi economica e natalità a picco, la Sicilia sta perdendo il suo futuro

Di Daniele Ditta |

PALERMO – In fuga dalla Sicilia. Dietro i dati sul calo degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, università incluse, c’è lo spaccato di quella che oggi è la nostra Isola: una terra che non dà opportunità di lavoro e di crescita ai giovani, che spinge i suoi figli migliori – chi cioè ha una formazione medio-alta – ad emigrare. Se negli anni 50 e 60 si emigrava al nord Italia e all’estero con la valigia di cartone e un’istruzione elementare, adesso lo si fa con una laurea o un diploma in tasca.

I numeri dicono chiaramente che la Sicilia non premia chi ha un’istruzione, figuriamoci il merito. Anzi, chi ha studiato e vuole proseguire in un percorso di alta formazione, di fatto è penalizzato. Graziamaria Pistorino, segretaria generale della Flc Cgil Sicilia, nel corso del quarto congresso regionale dell’organizzazione svoltosi a Terrasini (Palermo), ha usato termini più espliciti: «I titoli di studio più alti rappresentano un fattore di espulsione nella misura in cui il territorio natale non offre a diplomati e laureati quelle opportunità in grado di rispondere alle loro aspettative. È evidente come l’emigrazione dalla Sicilia possieda tutte le caratteristiche di una emigrazione di cervelli».

Un “cartellino rosso” sbattuto in faccia alla futura classe dirigente, ai professionisti del domani o più semplicemente alle giovani coppie che vogliono costruirsi una famiglia e vivere dignitosamente. Ecco cosa si legge in “filigrana” nei numeri sull’emorragia di scolari e studenti, che emergono dalla ricerca “Scuola e università: la grande emigrazione degli studenti siciliani”, a cura del professor Roberto Foderà, docente presso il dipartimento di Giurisprudenza della Lumsa di Palermo, realizzato dal Centro studi della Cgil Sicilia.

Migliaia di giovanissimi, ancora in età scolare, lasciano l’Isola al seguito delle loro famiglie costrette ad emigrare a causa della mancanza di lavoro. Negli ultimi 15 anni il numero degli iscritti alla scuola pubblica di ogni ordine e grado è passato da 769.111 a 642.486 studenti. Un tracollo che trova spiegazione non soltanto nella flessione della natalità, ma anche nel fenomeno dell’emigrazione interna ed esterna. Dal 2002 ad oggi la Sicilia ha perso oltre 140mila residenti attraverso trasferimenti netti verso altri territori nazionali; mentre i siciliani che hanno trasferito la residenza all’estero negli ultimi quattro anni, dal 2013 al 2016, sono stati quasi 38mila.

Ancora più emblematica è la situazione dei giovani universitari siciliani. Anche qui, rispetto all’anno accademico 2016-2017, oggi si registra una diminuzione della popolazione universitaria di oltre 8mila iscritti. Ma quello che balza più agli occhi è il numero di ragazzi che preferiscono frequentare l’università fuori dalla Sicilia. Su un totale di 155.271 studenti, 14.248 studiano negli atenei del nord-ovest; 8.945 in quelli del nord-est; 19.210 in quelli del centro; 7.010 nelle altre università del mezzogiorno.

«Il pesante calo degli studenti nella scuola e nelle università siciliane – sottolinea Pistorino – è un dato allarmante, che deve interrogare gli addetti ai lavori ma soprattutto la politica. La Sicilia, infatti, ogni anno si impoverisce delle sue forze migliori, del proprio futuro». Non a caso, andando a scavare nella ricerca, si scopre che a lasciare la Sicilia sono per lo più giovani tra i 25 e i 35 anni. Per fornire alcuni valori assoluti, nel 2005 sono state cancellate dalle anagrafi siciliane e iscritte in altri territori quasi 32.500 persone. Nel 2010, in piena crisi, le cancellazioni si sono ridotte a poco meno di 28mila, per risalire a oltre 36 mila nel 2016. Come se interi paesi venissero cancellati. «Al contrario di quanto avveniva nei decenni passati, ad emigrare sono sempre più giovani laureati e diplomati – conclude la segretaria generale della Flc Cgil Sicilia –. Si tratta di singoli o coppie con livelli di istruzione medi-alti, che dopo gli studi decidono di iniziare un nuovo percorso di vita in territori che offrono maggiori chance di lavoro».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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