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Crisafulli: «Troppo olio per un cavolonon parlo con Alfano dal 2001»

Crisafulli: «Troppo olio per un cavolo, non parlo con Alfano dal 2001»

Di Mario Barresi |

ENNA. Ore 16,20. Nella sua storica segreteria di Enna Bassa. Arriva dopo il pranzo a casa e l’immancabile pennichella.

«Anche se scorreggiano, a Enna, ci infilano la Kore. E me… ».

L’intervista con Mirello Crisafulli entra subito nel vivo.

Ha sentito il ministro Alfano?

«Ma certo che no. Non parlo con lui da una vita».

Da quando?

«Dal 2001, quando lui era deputato regionale. E in quell’occasione gli dissi: vedi che fra 15 anni tu sarai ministro e mi dovrai trasferire un prefetto sgradito… ».

Che fa, minimizza?

«È una sceneggiata. Un’inchiesta troppo costruita per essere seria».

Però è indagato per abuso d’ufficio.

«Mi manca l’ufficio! Non so come esercitarlo, questo abuso».

Lo ammetta: il prefetto Guida non le piaceva.

 «Certo che non mi piaceva, non mi è mai piaciuto. E se uno non ti piace è chiaro che vorresti che lo togliessero. Il punto è se lo chiedi davvero a qualcuno e se ci riesci».

La sequenza dei fatti, però, è chiara. Il prefetto mette il naso nella fondazione Kore e dopo qualche giorno viene cacciato.

«Non è così. Ha ragione Alfano: questo caso è nato morto, non esiste. Il commissariamento della fondazione arriva lo stesso. E anzi le dirò di più: se ci fosse stato il prefetto Guida, dopo che il Riesame annullò il sequestro del conto corrente, avrebbe avuto difficoltà a commissariarlo».

Però l’indagine avrà un suo fondamento. Ci sono le intercettazioni che la riguardano…

«Io sono indagato dall’età della pietra. Lo fui anche per essere stato segretario del Pd… E sono intercettato da quando c’erano le cabine a gettoni».

Suvvia, però le telefonate di pressione ci sono. Più volte al capo segreteria del vice ministro Bubbico chiede la testa del prefetto.

 «Io parlo con Malagnino, è vero. Gli chiedo di far venire Bubbico a Enna per una lezione sugli immigrati. Ed è vero: qualche volta mi sfogo con lui sul prefetto. Soprattutto dopo quella volta che Guida mi mandò la finanza per chiedere atti della fondazione Proserpina. Una gravissima ingerenza: ma come si permette di sostituirsi all’autorità giudiziaria, gli dissi».

Uno sfogo con la persona giusta per liberarsi del prefetto.

«E con chi mi dovevo sfogare? Se mi devo lamentare che non mi piacciono i suoi articoli con chi parlo, col primo che passa? Chiamo il suo direttore! Mi lamento con chi può raccogliere la lamentela».

Non fa una grinza. Mai parlato con Bubbico direttamente?

«No, perché, ripeto, i miei erano sfoghi. Gli avrei potuto parlare, ma non l’ho fatto. Senta: questa cosa mi sa di inchiesta troppo costruita. Magari vogliono colpire Alfano e mi tirano in mezzo. Tanto Crisafulli in un’indagine ci sta sempre bene… Però una cosa la voglio dire: spero che i magistrati vadano davvero fino in fondo, così finalmente si conosceranno i veri motivi per cui il prefetto è stato trasferito da Enna».

E perché è stato trasferito da Enna?

«Lo scopriremo presto. Se glielo dico ora, poi non c’è piacere».

Ha pure incontrato un suo vecchio amico e collega: l’ex senatore Firrarello, alla vigilia del trasferimento del prefetto.

«Provavo a convincerlo a lavorare per entrare nel governo della Regione. Ma che devo chiedere il permesso a Ferrotti per parlare di politica con un amico? ».

Mai discusso con Firrarello del prefetto sgradito?

«Sì, forse in un’occasione. Ma era il mio solito sfogo».

E le congratulazioni al telefono dopo il trasferimento di Guida?

«Mai con nessuno del ministero. Semmai qualche amico mi chiamò per dirmi: finalmente te lo sei tolto dai cogl… ».

Il presidente della Kore, Salerno, dice che lei è debordante e danneggia l’immagine dell’ateneo.

«È una sua opinione».

La ritiene una sua creatura, l’università di Enna?

«Mi sono incatenato in autostrada, ho lottato per farla nascere e crescere. E ho pure evitato lo scippo, litigando con l’ex rettore Andò che s’era messo d’accordo con la Prestigiacomo per portarla a Siracusa. Struttura a rete, due corsi qua e tre corsi là… se la volevano portare. E io l’ho evitato. Non sono poi così cattivo… ».

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