Così il Covid ha messo a nudo le carenze della sanità siciliana

Di Redazione / 05 Marzo 2021

«L’emergenza covid ha ulteriormente messo in evidenza i gravi deficit della sanità siciliana, come rilevato in istruttorie su apparecchiature non utilizzate o, più specificamente, sulla mala gestio e o disorganizzazione presso alcune aziende sanitarie nella gestione dell’emergenza pandemica».

E’ quanto si legge nella relazione apertura dell’anno giudiziario del procuratore della Corte dei Conti per la regione siciliana Gianluca Albo. «Le indagini – ha aggiunto – in alcuni casi ancora in corso, non consentono di rassegnare elementi di dettaglio», ha poi evidenziato il magistrato.

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«La gestione delle ingentissime risorse per il ristoro pandemico e la ripresa post pandemica esigono non solo un’azione repressiva a valle della gestione e, quindi, in seguito all’accertamento della distrazione delle risorse, ma, prima ancora, adeguati meccanismi di monitoraggio sull’affidamento e sul primo impiego delle risorse, onde scongiurare e in tempo neutralizzare l’effetto illecito di interposizioni soggettive (le cosidette teste di legno) e/o oggettive (risorse strumentali o finanziarie fittizie) operanti in linea con consolidati meccanismi distrattivi».

«E’ evidente che la prevenzione a monte assuma un ruolo determinante rispetto alla repressione a valle», ha aggiunto Albo, «ed è evidente, quindi, che le Forze di polizia debbano attrezzarsi non solo “fisicamente”, inserendosi nel circuito informatico di gestione delle risorse, ma prima ancora “culturalmente” per far divenire loro compito naturale non solo la prevenzione dei reati ma anche la prevenzione finanziaria, quella cioè volta a impedire la mala gestio e la distrazione di risorse che vengono allocate per un fine pubblico specifico anche se, spesso, affidate a privati obbligati a realizzare con la provvista pubblica la finalità di interesse generale».

«Il know-how della prevenzione finanziaria appartiene alla Guardia di finanza in materia di criminalità economica sempre più attrezzata culturalmente e professionalmente», continua la relazione,« ma sarebbe un grave errore per le altre Forze di Polizia isolarsi dalla prevenzione finanziaria per limitarsi a coltivare l’eventuale fase repressiva quale conseguenza naturale, e, quindi, occasionale dell’ordinario impiego delle risorse pubbliche. Il sistema integrato di contrasto alla corruzione esige, quindi, una sinergia tra Magistratura, Forze di polizia e Amministrazione a tutti i livelli, non solo repressivo ma anche e soprattutto preventivo. In tale sinergia non può mancare il ruolo di impulso tecnico del pubblico ministero contabile anche se il danno all’erario sia solo in itinere e/o venga preventivamente neutralizzato con un’adeguata azione di autotutela».

La Procura della Corte dei conti sta anche indaga su alcune anomalie nella gestione dell’emergenza Covid in Sicilia: «Stiamo indagando, a esempio, su spese esorbitanti per la sanificazione che sono state fatte in modo diretto, sulla perdita di finanziamenti per letti Covid, sull’inutilizzazione di reparti che dovevano servire a compensare l’emergenza Covid. Sono fattispecie su cui ci sono indagini in corso. Bisognerà vedere se c’è l’aspetto doloso o di colpa».

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Tag: corte dei conti covid sanità in sicilia