MAFIA
Cosa Nostra e il nuovo asse con le famiglie americane: sfuggito all’ultimo blitz, ancora ricercato uno dei boss
Si tratta di Giovan Battista Badalamenti, 69 anni, capo della famiglia mafiosa di Torretta, ma residente negli Stat Uniti
Giovan Battista Badalamenti, 69 anni, boss della famiglia mafiosa di Torretta, nel Palermitano, ma residente negli Stati Uniti, è sfuggito al blitz coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e condotto dall’Fbi e e dal Servizio centrale operativo di Roma. Il boss è ricercato, anche se il suo nome risultava nell’elenco dei 17 fermati tra Palermo e New York. Lo riportano alcune testate.
Lo scorso luglio Badalamenti era stato intercettato mentre diceva a Salvatore Prestigiacomo (uno dei fermati), nipote di Matteo Messina Denaro, di avere incontrato il superlatitante poco prima del suo arresto.
Sono sempre gli stessi i legami che dal secolo scorso uniscono le mafie siciliane e quelle americane. Un asse criminale che non si è mai spezzato nonostante il tempo e gli arresti e che torna d’attualità grazie alle scoperte investigative dello Sco della polizia e dell’Fbi che l’latro giorno hanno fermato 17 persone tra l’isola e New York. Una operazione antimafia che conferma gli storici rapporti tra clan del vecchio e del nuovo continente.
I “cugini”
I «cugini» americani continuano a fare affari con gli affiliati siciliani, in particolare, oltre che con i boss di Borgetto, con i clan di Torretta e Partinico. Ai fermati – sette in Sicilia e dieci negli Usa – la Dda di Palermo guidata dal procuratore Maurizio de Lucia contesta i reati di associazione mafiosa, estorsione, incendio doloso, turbativa d’asta, cospirazione. Dall’inchiesta, che ha accertato decine di taglieggiamenti commessi dai Gambino nei confronti di imprese edili newyorkesi, sono emersi anche particolari curiosi.
Dai «cugini» siciliani gli affiliati d’oltreoceano avrebbero imparato a tenere un profilo basso nelle estorsioni. Alle vittime vanno chieste somme ragionevoli: una strategia che il racket in Italia attua da tempo e che ora, su consiglio di un vecchio capomafia di Partinico, adottano anche oltreoceano. Sempre seguendo i suggerimenti del boss, gli americani avrebbero deciso di abbandonare le azioni violente nei confronti degli estorti optando per una linea più soft.
Gli investigatori inoltre hanno accertato che, in vecchie estorsioni commesse a danno di ristoratori di origini siciliane da anni a New York, Cosa nostra siciliana avrebbe aiutato i clan americani a incassare facendo pressioni sui familiari delle vittime che vivono ancora in Sicilia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA