Corruzione Palermo, tangenti anche su ristrutturazione beni confiscati alla mafia

Di Redazione / 07 Maggio 2019

PALERMO – L’indagine della squadra mobile sulla corruzione nel provveditorato opere pubbliche a Palermo ha accertato che le tangenti venivano richieste anche per la ristrutturazione dei beni confiscati alla mafia. Due i casi scoperti nell’operazione «Cuci e Scuci»: un alloggio da destinare ai carabinieri in via Giusti a Palermo e una villa che doveva essere trasformata nella nuova caserma dell’Arma a Capaci (Palermo). «Quindi qui quando poi ci sarà l’inaugurazione verrà il Ministro dell’Interno, verranno Prefetti… cioè, una cosa ovviamente che finisce sopra … in televisione perché, ah dice, nella casa del mafioso ci abbiamo fatto la caserma dei carabinieri. Quindi il lavoro tra l’altro si deve fare in una certa maniera, insomma non è una cosa, una minchiata … «. Così il geometra e geologo Antonio Casella e l’assistente geometra Fabrizio Muzzicato – intercettati il 14 luglio 2017 – “discutono» di una villa confiscata alla mafia e destinata ad ospitare la nuova stazione dei carabinieri di Capaci (Palermo), con annessi alloggi di servizio.

«Importo del finanziamento, 500 mila euro. La società si aggiudicava l’appalto espletato – scrive il gip – con la solita procedura negoziata, offrendo un ribasso del 39.50%. Il Pubblico Ufficiale, che in generale criticava la scelta di recupero dell’immobile e temeva che i lavori effettuati non avrebbero superato la verifica sismica, contava comunque – sostiene il giudice – di far recuperare introiti all’impresa, affidando ad essa gli appalti relativi ai lavori di completamento».

Oltre alla villa c’è anche un appartamento in via Giusti, a Palermo, confiscato ad un mafioso e destinato ad alloggio di servizio per un sottufficiale dei carabinieri, in cui sono necessari lavori di ristrutturazione (adeguamento impianti elettrici e idrici). La struttura è affidata dall’agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ai carabinieri. 

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