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Catania
Corruzione elettorale, chiesti due anni per Luca Sammartino. La difesa: «Va assolto»
Il caso è quello scoppiato nel 2020 dopo l’inchiesta “Report” della Guardia di Finanza
«Condannare a 2 anni di reclusione Luca Sammartino». Le parole sono state pronunciate dalla pm Tiziana Laudani nel processo, che si celebra davanti alla giudice Silvia Passanisi, nei confronti del deputato regionale leghista accusato di corruzione elettorale. Il caso è quello scoppiato nel 2020 dopo l’inchiesta “Report” della Guardia di Finanza. Sammartino avrebbe siglato un “patto illecito” con Girolamo “Lucio” Brancato, ritenuto esponente di peso della frangia dei Laudani capeggiata da Orazio Scuto (anche se non è contestata alcuna aggravante mafiosa) per ottenere voti utili a conquistare uno scranno all’Ars. La tornata elettorale è quella delle Regionali del 2017 che lo consacrarono “Mr 33mila preferenze”. All’epoca si presentò come candidato del Pd. L’informativa del già comandante del Gico Pablo Leccese s’intitolava “Enfant prodige”.
Ieri mattina, in una delle aule del palazzo dell’ex Pretura di via Crispi a Catania, si è svolta la discussione del sostituto procuratore che ha sviscerato quanto è emerso nel dibattimento. Ad ascoltarla c’era anche il procuratore Francesco Curcio. L’inchiesta partì da un’intercettazione in cui Brancato – anche per lui la richiesta di condanna è stata di 2 anni – raccontava di una visita dell’onorevole nella pizzeria della moglie a Massannunziata, frazione di Mascalucia. L’incontro, in cui sarebbe sarebbe stata sancita la promessa, si sarebbe svolto in un pomeriggio individuato dagli investigatori grazie a una lettura cronologica e analitica delle conversazioni captate. La merce di scambio per il “pacchetto di voti” sarebbe stata l’assunzione di un parente nella ditta dei rifiuti di Mascalucia (oggi fallita) e lo spostamento di una cabina telefonica che si trovava davanti al locale. Che, alla fine. fu fatta esplodere.
Ieri c’è stata anche l’arringa degli avvocati Carmelo Peluso e Giovanna Vinci che hanno sollecitato la piena assoluzione per Luca Sammartino. Per i difensori non solo non ci sarebbe stato alcun “patto” ma l’incontro in pizzeria non sarebbe mai potuto avvenire poiché il deputato regionale quel fatidico pomeriggio stava partecipando – come hanno asserito diversi testi citati dalla difesa – a uno dei tanti appuntamenti della campagna elettorale in corso. Il processo è stato aggiornato al prossimo 20 dicembre per la discussione dell’avvocato Giuseppe Ragazzo, difensore di Brancato. In quella data, salvo sorprese, ci sarà la sentenza. Una giornata, ieri, molto diversa da quella di giovedì quando è arrivato l’annullamento con rinvio della Cassazione per la sospensione da componente del governo regionale. Le montagne russe della giustizia.