PALERMO – «Mi sarei aspettato la messa a punto di un test salivare, rapido ed efficace, che in cinque minuti dà il risultato sulla presenza del Coronavirus nei soggetti sottoposti a controllo. Invece, si procede con i più lunghi test diagnostici tradizionali». Lo dice l’infettivologo dell’Arnas Civico di Palermo, Tullio Prestileo. La struttura del capoluogo siciliano è centro di riferimento per emergenze come quella attuale.
Prestileo, che si occupa anche di Medicina dell’immigrazione, è un pò stupito dal protocollo messo in atto per la prima volta stamane, a Pozzallo, per lo sbarco del 363 migranti dalla Open Arms: «Le misure protettive per porti e aeroporti vanno bene, ma ricordiamoci che il focolaio è in Cina. Dove avrebbero dovuto contrarre il virus questi migranti?».
E insiste sul test salivare: «L’obiezione che si può fare – afferma – è che bisogna aspettare i tempi di validazione della procedura, capire se funziona, insomma. Ma è un’obiezione facilmente superabile: Nei primi due o tremila casi si pratica il doppio test, quello tradizionale effettuato nei laboratori di biologia molecolare e quello salivare. E’ così che si riscontra l’affidabilità. Per l’esame tradizionale – ricordo – occorrono parecchie ore per ottenere il risultato, il test salivare consentirebbe uno screening di massa perché in cinque minuti si ha una diagnosi».
Secondo Prestileo, «questo test andrebbe praticato in Cina e consentirebbe di evitare la chiusura delle frontiere e l’isolamento di un paese. Mi chiedo perché l’Oms non si sia ancora attivata, né la stessa Cina l’abbia chiesto».