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Coronavirus in Sicilia, piano della Regione per aumentare i posti in terapia intensiva

Di Redazione |

CATANIA – Aumentano i casi di contagio in Sicilia, saliti a 18 secondo l’aggiornamento diffuso questa mattina dalla Regione Siciliana, e con loro aumentano la paura e psicosi. Mentre il governo nazionale sembra pronto a varare misure drastiche come la chiusura di tutte le scuole del Paese, in Sicilia l’emergenza sembra esseri spostata a Catania dopo che ieri tre docenti del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università etnea sono risultati positivi al tampone. Il Dipartimento è stato chiuso  (sia la sede via Santa Sofia 100 e sia quella di via Valdisavoia 5) per adesso fino al 7 marzo. Altri casi sono in via di accertamento e secondo indiscrezioni ci sarebbero già un altro riscontro positivo e uno negativo.

È stato accertato che i tre docenti catanesi risultati positivi non hanno fatto lezioni al rientro, seppure si fossero recati in Dipartimento e, secondo fonti de La Sicilia, fatto anche esami. Tra l’altro, martedì scorso avrebbero preso parte al Consiglio di Dipartimento a stretto contatto con tutti gli altri docenti.

C’è quindi apprensione ad Agraria, fra personale e studenti ma fare tamponi a tappeto, senza sintomi manifesti, è escluso dalle disposizioni delle autorità. Per le famiglie dei docenti positivi, però, potrebbero scattare la quarantena. «Una situazione che certo non fa piacere – ha spiegato il rettore Priolo – ma da gestire senza allarmismi. Con le rappresentanze studentesche sono in continuo contatto, le informiamo su tutto, stanno dimostrando grande senso di responsabilità».

«Se temiamo di contrarre il virus? Non siamo particolarmente ansiosi – dice infatti uno studente  – anche perché, a questo punto, dovremmo essere già tutti contagiati. Nei giorni scorsi ho sostenuto un esame e nell’aula eravamo più di sessanta persone… Il virus, se è vero che è arrivato in dipartimento, c’era già da prima della sospensione delle attività. Tra studenti, docenti e personale amministrativo non siamo un numero contingente di persone: a questo punto, dovremmo avere tutti il Coronavirus. Le sedute di laurea, in alcuni dipartimenti, si stanno svolgendo a porte chiuse… Ma qual è il senso? La quarantena dovrebbe valere o per tutti o per nessuno».

Sempre a Catania c’è poi il caso dell’ospedale Cannizzaro, costretto a mettere in quarantena tutto il personale del reparto dell’Unità intensiva respiratoria dopo che un paziente – anche lui ironia della sorte docente di Agraria ma a Reggio Calabria –  ricoverato per polmonite è risultato positivo al coronavirus. Il paziente è stato adesso trasferito nel reparto Malattie infettive dello stesso ospedale. Gli infermieri e i medici che sono entrati in contatto con lui sono stati messi in quarantena e sottoposti a controllo. L’Utir del Cannizzaro, che ha quattro posti letto e che è stata sottoposta a “sanificazione”, per il momento ha sospeso i ricoveri.

Con i casi registrati ieri, Catania appare la città siciliana dove per il momento si sono registrati più casi anche se la Regione non ha diffuso dati provincia per provincia si attende l’aggiornamento di stasera alle 18 della Protezione civile nazionale per un quadro più chiaro. Dei 18 pazienti risultati positivi si sa che 5 sono ricoverati (tre a Palermo e 2 a Catania) mentre 13 sono in isolamento domiciliare, di questi 8 sarebbero a Catania, quattro a Palermo e uno a Siracusa.

Per essere pronti ad un eventuale aumento dei casi l’assessorato regionale alla Salute starebbe preparando una task force per incrementare i posti letto di terapia intensiva e a pressione negativa. E’ in corso a Palazzo d’Orleans un incontro presieduto dall’assessore Ruggero Razza con Anci, Prefetture, Protezione civile e città metropolitane in cui si sta discutendo dell’emergenza coronavirus.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA