Coronavirus, in quarantena un intero reparto dell’ospedale Cannizzaro

Di Giuseppe Bonaccorsi / 03 Marzo 2020

CATANIA – C’è un reparto dell’ospedale Cannizzaro di Catania che da questa mattina è in quarantena per un caso positivo di coronavirus. Si tratta dell’unita intensiva respiratoria. Le notizie sono ancora frammentarie, ma si sa che la Regione e la direzione dell’ospedale delle emergenze sono riuscite ad evitare che un reparto così delicato come l’unità intensiva respiratoria venisse chiuso, tra l’altro in un periodo molto sensibile per le malattie respiratorie le complicazioni dovute al picco influenzale. Effettuata una approfondita sanificazione e isolato il paziente contagiato, dunque e l’Utir può continuare ad essere operativo. Certo che, invece, i sei medici e i 10 infermieri del reparto hanno avuto l’ordine di mettersi in quarantena per 14 giorni ed effettueranno il tampone tonsillare che sarà prelevato giovedì.


La notizia arriva come una bomba dopo l’allarme per i tre docenti di agraria infettativi in un convegno che si è tenuto a febbraio a Udine. La vicenda prende il via domenica quando a un medico del reparto arriva la telefonata  di un conoscente broncopatico – per di più anche lui docente di agraria come i colleghi etnei, ma titolare di cattedra a Reggio Calabria. L’uomo avrebbe riferito al medico di avere febbricola dal 21 febbraio, accompagnata anche da tosse. Il medico conoscendo già il paziente per episodi in passato di polmoniti e bronchiti, dopo aver fatto una prima anamnesi per telefono e dopo essersi sincerato che il paziente non si era mai recato nelle zone sensibili al coronavirus lo ha convocato subito in ospedale chiedendogli comunque per precauzione di non passare dal pronto soccorso.


Alla visita, in effetti, il professionista avrebbe appurato che il paziente aveva un focolaio polmonare e dunque lo avrebbe ricoverato all’Utir allertando, però, anche le Malattie infettive per effettuare con tempestività un tampone, provvedendo allo stesso tempo ad adottare tutte le procedure di protezione. Il paziente sarebbe rimasto all’unità respiratoria per all’incirca 24 ore e poi per precauzione trasferito al reparto di malattie infettive. Trascorse altre 24 purtroppo sarebbe risultato positivo.

A questo punto al Cannizzaro è scattato l’allarme e tutto il reparto è stato nesso in quarantena. Ma c’è da aggiungere che l’Utir si trova in condominio, nella palazzina S, con l’Unità spinale e i due reparti condividono insieme anche la terapia semi intensiva. Ovviamente la positività del docente, le cui condizioni sono in miglioramento, potrebbe non avere alcuna correlazione con i colleghi catanesi risultati malati, anche se la coincidenza non è da prendere sottogamba visto e considerato che anche la moglie del docente positivo lavora all’università di Catania, ma allo stato non sarebbe risultata positiva.

Qualche giorno fa al Cannizzaro si era sparsa la notizia di un altro paziente positivo ricoverato con una brutta polmonite bilaterale, ma questo caso sarebbe risultato negativo. Appare comunque strano che il personale dell’unità non sia stato dotato di mascherine e tute apposite per affrontare eventuali casi di coronavirus.

Purtroppo era logico attendersi anche da noi un aumento dei casi ma è bene ricordare anche le parole di due esperti infettivologi quali il dott. Carmelo Iacobello e il prof. Bruno Cacopardo. Entrambi hanno detto che questo virus nell’80% dei casi provoca un raffreddore, nel 10% una polmonite lieve e solo bel restante 10% un quadro clinico più serio, che poi nel 4% di quest’ultimo 10% può evolvere in un quadro che può diventare critico. Le persone maggiormente a rischio sono gli anziani e gli immunodepressi

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Redazione
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