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il dibattito

Confindustria Catania, in campo Busi, Gangi e Spampinato: chi sono e chi sono gli amici (e i nemici)

Fra veleni e sponsor politici. Il confronto con i “saggi” e poi un (inedito) talk show. Ma niente voto

Di Mario Barresi |

Chi, dopo le arroventate polemiche, immaginava che l’ascesa dell’etneo Gaetano Vecchio al vertice di Confindustria Sicilia avrebbe placato, o addirittura azzerato, lo scontro aperto a livello locale, s’è sbagliato di grosso. Il «candidato di sintesi condiviso», nella corsa per la presidenza di Confindustria Catania, resta infatti un’utopia. E così, quando domani i “saggi” dell’associazione cominceranno a sondare lo scenario, scopriranno – ma magari lo sanno già – che i candidati ai nastri di partenza sono tre. Andiamo per ordine alfabetico. La prima è Maria Cristina Elmi Busi Ferruzzi, classe 1949, bolognese d’origine ma ormai siciliana da decenni, presidente di Sibeg Coca-Cola. Il secondo è Salvo Gangi, 48 anni, titolare della Covei, di recente eletto presidente della sezione Trasporti. Il terzo è Emanuele Spampinato, 51 anni, presidente del Consorzio Etna Hitech.

Il confronto

Questi i biglietti da visita ufficiali degli aspiranti successori di Angelo Di Martino, ex presidente costretto alle dimissioni dopo la bufera a seguito di un’inchiesta della Procura sul pizzo imposto dai boss mafiosi, nel quale il patron dell’omonimo gruppo di trasporti e automotive è parte lesa, ma dalle carte emerge che la sua famiglia averebbe pagato per circa un ventennio, contravvenendo così al codice etico di Confindustria. Ma è chiaro che ogni candidatura ha una sua precisa matrice. Non soltanto confindustriale. I gruppi che sostengono Busi e Gangi hanno già avuto modo di confrontarsi (e anche di contarsi: 48%-52% l’ultima volta) nelle scorse settimane, quando s’è delineato, non senza ostacoli, il percorso di Vecchio (vicario di Di Martino e attuale reggente) verso Palermo.

La politica a piedi uniti

L’imprenditore edile, infatti, è passato agli onori della cronaca per aver denunciato «arroganti condizionamenti». Con il dettaglio: «Esponenti di vertice di partito, peraltro rappresentanti di cariche istituzionali, hanno deciso che anche Confindustria Catania debba diventare terreno di confronto e feudo elettorale». In quelle parole c’è un doppio riferimento. Il primo a un incontro, raccontato anche da La Sicilia e mai smentito, fra lo stesso Vecchio e Gaetano Galvagno, durante il quale il presidente dell’Ars gli avrebbe chiesto il via libera per un ticket composto da Busi e dal paternese Franz Di Bella, fondatore e ceo di Netith. Il secondo riferimento nella lettera del reggente è a due voti delicati: il primo è quello della sezione Trasporti (vinto da Gangi, candidato di Vecchio), decisivo per avere i numeri in Consiglio generale per il via libera al pagamento dei debiti di Catania all’associazione regionale. Vecchio ha vinto due volte e adesso si ritrova – sempre contro lo stesso Gangi – proprio contro il tandem Busi-Di Bella, con “Lady Coca-Cola” aspirante presidente, forte di una storia imprenditoriale di caratura internazionale, e l’emergente Di Bella come vicario all’insegna del rinnovamento. Nota a margine: sia per la presidenza dei Trasporti sia per la sanatoria con Palermo, il leader carismatico di Ance ha avuto dalla sua parte Spampinato, già sfidante di Di Martino, ora terzo incomodo (e in prospettiva ago della bilancia) con la stima delle aziende hi-tech e il tifo da curva dell’ex presidente Fabio Scaccia.

Il voto dove non si vota

Domani, per inciso, non si vota. Gli equilibri sono fermi alle ultime prove di forza. Ma è una partita diversa. Che si giocherà su più incognite. La prima è il peso effettivo di Spampinato, che dovrà subito dimostrare la sua robustezza superando il quorum del 20% delle quote associative (pari a 108, in un sistema per “censo”: ogni azienda ha un pacchetto di voti proporzionale a quanto versa per essere iscritta) per poi andarsi a contare, con gli altri due certi di numeri più solidi, al Consiglio generale dove, presumibilmente a fine marzo, saranno decisivi i consensi delle singole categorie. La seconda incognita è l’atteggiamento delle partecipate pubbliche: su Gangi, nonostante un istinto contrario, alla fine si sono astenute. Se ora si schierassero potrebbero fare la differenza, a partire da Sac (con Nico Torrisi che sta con Busi) e delle altre municipalizzate, gestite dal centrodestra e in particolare da FdI, partito di Galvagno e del sindaco Enrico Trantino. Ma anche Vecchio, al di là della dichiarata idiosincrasia per la politica, si sa muovere e si sta muovendo: dalla sua parte l’assessore forzista Marco Falcone, altre trattative in corso. Anche nel mondo autonomista, caro a Spampinato che da Raffaele Lombardo fu nominato a capo di Sicilia e-Servizi.

La commissione dei saggi

Il primo show down sarà domani pomeriggio. Quando la commissione di saggi (composta da Nico Colombrita, Ettore Denti e Andrea Vecchio, padre di Gaetano) ascolterà gli aspiranti presidenti. Loro tre e, teoricamente, chiunque altro volesse candidarsi. Ma questa volta, nella sede di viale Vittorio Veneto, è previsto alle 17,30 un format piuttosto insolito. Una sorta di talk show in cui i candidati avranno 15 minuti di tempo per presentare il programma. Seguiranno delle domande. A poterle porre sarà il «moderatore» del confronto, il reggente Vecchio, ma anche i soci, a patto che le inoltrino via mail entro domattina, poiché i quesiti verranno «valutati e selezionati al fine di garantire un momento costruttivo e fornire valore aggiunto al confronto».Buio in sala. Birra e pop-corn. Ma rigorosamente a porte chiuse: ammesse al confronto soltanto le aziende associate «al fine di evitare rifrazioni mediatiche e mantenere il dibattito all’interno del perimetro associativo». Un dubbio ci assale: ma cosa sono, di preciso, le «rifrazioni mediatiche»? Riusciremo a scoprire anche questo. Forse.

m.barresi@lasicilia.it

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