Notizie Locali


SEZIONI
Catania 23°

IL BLITZ

Cocaina e marijuana tra Spagna, Catania e Malta: ecco chi sono i 9 arrestati nell’operazione “El Loco”

Due distinti gruppi si occupavano dell'importazione e dello smercio di ingenti quantitativi di droga: oltre ai 9 in manette, 12 indagati. Tutti i nomi

Di Alfredo Zermo |

Un vasto traffico internazionale di droga è stato portato alla luce dal blitz antidroga del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania denominato “El loco”. L’operazione ha visto oltre 40 finanzieri impegnati tra le province di Catania, Oristano e Udine nell’eseguire due provvedimenti del Gip di Catania che hanno disposto misure cautelari personali in carcere nei confronti di 9 persone, accusate di (in concorso con altri 12 indagati , dei reati di traffico organizzato e spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante della transnazionalità.

All’operazione hanno collaborato le unità del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma e i militari AT-PI e cinofili etnei. Le indagini, svolte da unità specializzate del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catania – Gruppo Operativo Antidroga del G.I.C.O. – anche mediante attività tecniche, acquisizione di dati e notizie tramite banche dati in uso al Corpo, servizi di osservazione e riscontro, traggono origine dallo sviluppo di un altro procedimento coordinato dagli stessi reparti.

Gli approfondimenti effettuati dalle Fiamme Gialle avrebbero consentito di delineare la struttura di due distinte consorterie criminali, accertandone il modus operandi caratterizzato da collaudati e consolidati stratagemmi finalizzati all’importazione sul territorio nazionale ed esportazione verso l’isola di Malta di sostanze stupefacenti e psicotrope nonché alla vendita al dettaglio nelle locali piazze di spaccio.

In manette sono finiti Rocco Ferrara, 46 anni di Catania, Salvatore Leanza, 28 anni di Paternò, Salvuccio Junior Lombardo, 30 anni di Catania detto “Salvuccio u ciuraru”, Antonio Musarrra, 22 anni di Catania, Pasqualino Ranno, 30 anni di Catania detto “Lino”, Sebastiano Scalia, 28 anni di Catania, Massimo Raffaele Serra, 40 anni anni di Catania detto “Max”, Giuseppe Carmelo Maria Siscaro, 50 anni di Enna e Antonio Gianluca Stuppia, 39 anni di Catania. Altre 12 persone sono indagate.

Due gruppi criminali

Come detto, tutti facevano parte di due gruppi criminali. Nel dettaglio, un primo sodalizio, composto da Rocco Ferrara, Pasqualino Ranno, Massimo Raffaele Serra, Giuseppe Siscaro e Antonino Gianluca Stuppia sarebbe stato operativo nell’hinterland etneo e nella provincia di Siracusa, ma con propaggini transnazionali, occupandosi direttamente dell’approvvigionamento, anche mediante importazione dalla Spagna, di stupefacente del tipo cocaina, hashish e marijuana, effettuandone i relativi trasporti sia verso l’Italia che verso Malta.

All’interno di tale gruppo criminale, Siscaro e Stuppia avrebbero ricoperto il ruolo di promotori e organizzatori. Il primo avrebbe gestito le trattative con i fornitori, che avvenivano prevalentemente in Spagna, provvedendo alla spedizione del narcotico in Italia e Malta, curandone successivamente la vendita e la ripartizione dei profitti. Il secondo, sebbene detenuto, avrebbe coordinato l’operato dei sodali Ranno e Serra i quali, sotto le sue direttive, avrebbero partecipato agli incontri con Siscaro, recandosi anche in Spagna per contrattare con i fornitori. Serra avrebbe, inoltre, provveduto allo stoccaggio e alla spedizione dello stupefacente, curandone poi la vendita al dettaglio e trasportando il ricavato a Catania e in Spagna. Gli indagati Ranno e Ferrara avrebbero, infine, fornito il denaro necessario per l’acquisto delle partite di droga.

In tale contesto sarebbero emersi rapporti d’affari del sodalizio anche con Salvuccio Junior Lombardo, detto “Salvuccio u ciuraru”, soggetto condannato per la sua appartenenza al clan Cappello Bonaccorsi, il quale sarebbe risultato uno degli investitori in relazione ad alcuni carichi di marijuana.

Il secondo gruppo criminale, composto da Pasqualino Ranno in qualità di promotore, e dai sodali Sebastiano Scalia, Salvatore Leanza e Antonio Musarra avrebbe sfruttato la capacità dell’altro sodalizio di movimentare importanti quantitativi di stupefacente per occuparsi della gestione della vendita al dettaglio del narcotico nelle locali piazze di spaccio della provincia etnea e aretusea.

Il punto di contatto

Punto di contatto tra le due strutture associative sarebbe stato proprio Ranno, nipote di Stuppia, il quale, nell’associazione diretta da quest’ultimo e da Siscaro avrebbe svolto il ruolo di longa manus per l’esecuzione degli ordini e delle direttive dello zio, occupandosi prevalentemente dei viaggi e della logistica di spedizione e trasporto dello stupefacente. Di contro, nel sodalizio da lui promosso, Ranno si sarebbe stabilmente occupato, coadiuvato dal suo braccio destro Scalia, della cessione delle partite di droga approvvigionate dalla Spagna agli indagati Leanza e Musarra per la successiva gestione della vendita al dettaglio.

Nel corso delle indagini, a conferma del quadro indiziario acquisito, sono stati effettuati in più fasi diversi sequestri di sostanza stupefacente per una quantità complessiva di circa 18 Kg di cocaina, 41 Kg di hashish e 50 Kg di marijuana che hanno portato all’arresto, in flagranza, di 8 soggetti.

Sulla scorta delle evidenze raccolte dal Nucleo PEF di Catania, il G.I.P. presso il Tribunale etneo, su richiesta di questo Ufficio, ha ritenuto dunque sussistente un grave quadro indiziario a carico degli indagati disponendo l’applicazione delle misuri cautelari personali nei confronti dei citati 9 indagati (responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico organizzato e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante della transnazionalità tenuto conto dell’operatività del gruppo criminale in Italia, Spagna e Malta) e reali, nella forma del sequestro preventivo anche per equivalente, nei confronti di Rocco Ferrara, Massimo Raffaele Serra, Giuseppe Carmelo Maria Siscaro, Antonino Gianluca Stuppia e altri indagati di beni mobili e immobili, disponibilità finanziarie e altre utilità nella disponibilità e/o di proprietà dei predetti o comunque agli stessi riconducibili fino alla concorrenza della somma di 485.000 euro, corrispondente al profitto derivante dal traffico di sostanze stupefacenti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


Articoli correlati