È scattata alle prime luci dell’alba l’operazione antidroga denominata “Drug Express”, portata a termine dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato nei confronti di un’associazione a delinquere dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con base in Milazzo ed operante nella fascia tirrenica della provincia di Messina, con propaggini su Roma. Le indagini, eseguite dai poliziotti del Commissariato di Milazzo e dai finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Milazzo, sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina.
Quattro le persone finite in carcere, mentre altre cinque sono state messe agli arresti domiciliari ed altre due sono state colpite dall’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Le indagini hanno permesso di ricorstruire tutti il traffico di droga: dai viaggi per gli approvvigionamenti, al pagamento dei fornitori sino alla consegna della droga venduta. In soli sei mesi di investigazioni è stata possibile accertare che l'organizzazione aveva un nutrito “portafoglio clienti”, oramai fidelizzato – tanto da avanzare richieste quasi quotidiane di droga, soprattutto cocaina e crack – potesse vantare una presenza capillare ed avesse escogitato plurimi diversivi per non incorrere in sequestri di stupefacenti, in particolare attraverso il sistema delle consegne “porta a porta”, da qui il nome dell’operazione. In particolare, i componenti della banda passavano presso le abitazioni dei singoli assuntori, alcuni dei quali già sottoposti alla misura degli arresti domiciliari per altri reati, al fine di raccogliere le richieste e di conseguenza le somme necessarie per l’acquisto delle sostanze, per poi provvedere alla consegna a domicilio.
Le indagini hanno documentato anche l’utilizzo di un linguaggio criptico convenzionale nelle conversazioni, quale il termine “pizza” per indicare le dosi di crack, nonché la frammentazione degli approvvigionamenti di droga in quantitativi minimi, così da minimizzare i rischi ed i costi in ipotesi di eventuali sequestri, ovvero l’utilizzo, quali corrieri, di soggetti giovanissimi ed incensurati.
A capo dell’associazione è stato individuato il tunisino M.K. cl. 84, residente a Torregrotta (ME), destinatario di misura cautelare in carcere, collaborato da un articolato gruppo di pusher italiani, tutti dimoranti nella fascia tirrenica della provincia di Messina: N.S. cl. 86 (carcere), M.G. cl. 93 (carcere), L.C.L. cl. 99 (carcere), L.C.G. cl. 01 (domiciliari), N.S. cl. 91 (domiciliari), G.R. cl. 74 e S.S. cl. 96 (entrambi destinatari di obbligo di dimora).
Sul fronte delle rotte del traffico di droga sono stati documentati plurimi acquisti sulla fiorente piazza messinese, da rodati gruppi criminali operanti nel capoluogo di provincia, rappresentati dai fornitori M.A. cl. 88 e A.S. cl. 90, oggi destinatari di custodia cautelare ai domiciliari.
Era attivo anche un canale di approvvigionamento romano, facente capo al braccianese D’A.A.T. cl. 84 il quale trasferiva la droga ai messinesi attraverso il sistema delle spedizioni. In tale contesto, presso il deposito di Messina di un noto spedizioniere, veniva intercettato un pacco, dichiarato contenere un “termos” ma in realtà contenente 15 pasticche di anfetamine e 38 grammi di etilmorfina. L'uomo è ai domiciliari.
A conferma della caratura criminale della banda sgominata, basti dire come le indagini hanno anche sventato l’ambizioso progetto criminoso di un attentato contro la Caserma della Guardia di Finanza di Milazzo per far saltare gli automezzi di servizio con la benzina, giungendo persino a ripromettersi di vendicarsi nei confronti di un Finanziere che li aveva controllati su strada.